A una favola l’autrice affida il compito di parlare di montagna, ambiente, ecologia. Una storia dunque per tutti che comunica attraverso il linguaggio delle emozioni appoggiando il proprio messaggio anche sulle illustrazioni di Luigi Carbone.
A parlare è il Monviso, il Re di pietra, che nella tradizione millenaria viene identificato con una divinità. La favola rovescia però la prospettiva: non è l’uomo, ma la stessa montagna a dialogare con i venti, osservare le vicende umane, partecipare agli eventi: “non siamo solo noi che la guardiamo e la interpretiamo ma è lei che guarda e interpreta noi, una presenza molto attenta agli esseri umani e alle loro vicende”.
È appunto la libertà concessa ai venti a permettere loro di conoscere il mondo degli umani e così portare al Monviso ciò che hanno appreso nel loro scorrazzare nei fondovalle, nelle strade delle città, ascoltando i discorsi, guardando i comportamenti. La montagna conosce dunque i nomi di quei periodi dell’anno che da millenni sperimenta osservando il sole e le costellazioni e che gli uomini chiamano stagioni.
In questo dialogo coi venti, il Monviso si avvicina al mondo degli umani. Dalle sue parole viene un invito a riflettere sulla bellezza della natura e i suoi legami con ciò che gli esseri umani stanno facendo, in particolare sulla loro follia distruttiva verso i propri simili e verso la stessa natura. Piani che si intersecano e si richiamano a vicenda in questa favola per chiunque abbia in qualche modo attenzione alla natura.
La leggenda del Re di Pietra
di Silvia Bonino
ArabaFenice
16 euro