Borgo San Dalmazzo – Sempre più rare, sempre più preziose. Parliamo delle chiocciole di Borgo e delle vallate alpine, che stanno diventando, anno dopo anno, un prodotto quasi introvabile.
Se ne è avuta conferma questa mattina (lunedì 5 dicembre) in occasione del Mercato nazionale della lumaca che ogni anno si organizza in coincidenza con la Fiera Fredda. Ridotti al minimo gli scambi, con poche cassette in esposizione. Appena 62 chili di lumache passate di mano nel corso della mattinata e solo quattro gli allevatori presenti: Monica Quaranta di Cervasca, Silvio Pepino di Robilante, Valter Caporgno di Revello (che fanno riferimento al Consorzio della Lumaca borgarina) e il borgarino Giovanni Steffenino dell’associazione Heli.As.
Una crisi che affonda le radici da una parte nel progressivo inquinamento ambientale, dall’altra nei cambiamenti climatici in atto. Un mix funesto, che ha determinato quest’anno, secondo quanto riferiscono gli operatori del settore, una morìa altissima tra gli esemplari posti in allevamento e una rarefazione di quelli in natura.
Per l’edizione 2022 del mercato è stato nominato come direttore il dottor Mario Bignami. I prezzi andavano dai 35 ai 40 euro al chilo. A conclusione della mattinata è intervenuta anche l’amministrazione comunale: la sindaca Roberta Robbione e l’assessore all’Elicicoltura Fabio Armando hanno ribadito l’impegno per la valorizzazione di quella che è una tipicità di Borgo, sottolineando la necessità di uno sforzo corale e condiviso sul fronte ambientale.