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Domenica 22 dicembre 2024

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Diverbi coi vicini di casa, condannato per minacce e lesioni

Gli episodi erano avvenuti in una borgata di Villanova Mondovì, in un clima di rapporti compromessi da tempo

La Guida - Diverbi coi vicini di casa, condannato per minacce e lesioni

Villanova Mondovì – “Ho avuto discussioni con loro ma non ho aggredito e picchiato nessuno; però io ho solo la mia parola contro di loro che sono in quattro e si sono coalizzati contro di me”, queste le parole con cui L. M., 64enne residente in una piccola borgata di Villanova Mondovì, ha provato a rigettare le accuse di aver sferrato un pugno a due vicini di casa che avrebbe anche minacciato, e di aver inoltre danneggiato le piantine di vite di uno dei due strappandole dal terreno. I rapporti di vicinato non erano mai stati buoni tra gli abitanti della borgata e l’uomo era stato più volte denunciato nel corso degli anni per violazioni di domicilio e minacce a danno dei vicini, e quello in corso al tribunale è l’ultimo dei processi per episodi accaduti a dicembre 2020. “Lo avevo trovato nel mio terreno e dato che avevo già subito danni alle mie piantine gli dissi di andare via – ha riferito uno dei vicini costituito parte civile -, quando poco dopo lo incontrai nel cortile che abbiamo in comune mi disse che ero un terrone di m… e mi diede un pugno in faccia. Qualche settimana dopo un vicino mi chiamò per dirmi che aveva visto L. M. mentre strappava le piantine di vite dal mio terreno”. Un pugno lo aveva ricevuto anche un’altra vicina di casa, colpevole di aver chiesto all’imputato di non aprire un contatore dell’acqua che non era di sua proprietà: “Gli avevo detto di non aprire il tombino del contatore e lui mi diede un pugno sulla spalla, non riuscivo ad alzare il braccio e mi si gonfiò una mano”. Un altro testimone ha riferito di essere stato minacciato affinché non comprasse la casa che era in vendita nella borgata perché lui le avrebbe dato fuoco. Al termine dell’istruttoria il pubblico ministero, producendo i certificati del pronto soccorso a testimoniare le lesioni subite dai due testimoni e le prove delle piante strappate, oltre alle testimonianze sulle minacce proferite, ha chiesto la condanna dell’imputato a 10 mesi di reclusione; richiesta respinta dalla difesa che ha sottolineato la mancanza di prove certe della responsabilità dell’uomo che in un contesto di rapporti ormai compromessi, non aveva altra difesa se non la propria parola.
Il giudice ha però ritenuto l’uomo responsabile e lo ha condannato a nove mesi di reclusione e al risarcimento di 2.000 euro a favore del vicino che oltre all’aggressione aveva subito il danno delle piante e 500 euro a favore di un altro vicino che era stato minacciato.

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