Cuneo – Ugo Sturlese, ex primario del Santa Croce, consigliere comunale di Cuneo per i Beni Comuni, era l’unico amministratore cuneese, insieme alla sindaca Patrizia Manassero, presente all’incontro di mercoledì in Provincia sulla presentazione dell’iter per la progettazione e costruzione del nuovo ospedale di Cuneo. Da sempre contrario allo spostamento del Santa Croce dall’altipiano a Confreria, ora, sulla base di quello che emerso chiede l’istituzione di un dibattito pubblico sul progetto presentato dal privato.
Ecco cosa scrive Sturlese a nome dei gruppi consiliari Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia.
Premesso che noi manteniamo una posizione di forte contrarietà alla realizzazione di un nuovo ospedale in località Confreria e al contrario sosteniamo un intervento di rivitalizzazione strutturale dell’attuale sede con possibilità di ampliamento della recettività attuale per i motivi più volte pubblicamente esposti : tempi di realizzazione lunghi, oggi previsti ufficialmente in 9 anni, alti costi dell’operazione (almeno 300 milioni ai quali occorre aggiungere almeno altri 200 milioni per la nuova viabilià, compromissione di un territorio di oltre 140000 m2 tutelato dalla legge galasso, degrado urbanistico e sociale dell’area del S. Croce in dismissione, rinvio di oltre 10 anni per la realizzazione della casa della comunità prevista per i prioritari servizi territoriali nella sede dismessa, spreco degli indispensabili investimenti necessari per mantenere in efficenza la struttura attuale, consideriamo con preoccupazione, in base alla letteratura internazionale più attenta sull’argomento, la possibilità che la costruzione del nuovo ospedale e la gestione in affidamento dei servizi extra-sanitari sia delegata a società private, mentre sono a disposizione cospicui finanziamenti Inail così come peraltro sono a disposizione 32,5 milioni per interventi antisismici e antincendio per la rivitalizzazione dell’attuale Santa Croce, come da noi caldeggiato.
Con la “conferenza di intenti”, tenutasi in mattinata, si è aperto un percorso che in prima battuta dovrebbe consentire all’advisor, incaricato dall’Aso Santa Croce, di portare a termine l’analisi di congruità del progetto presentato dai privati per passare poi ad un confronto con l’ipotesi di finanziamento con fondi Inail e sottoporre tali passaggi all’attenzione di istituzioni e associazioni coinvolte nelle prestazioni sanitarie.
È lecito dubitare che la disponibilità finanziaria immediata della società proponente possa avere un peso sul giudizio finale delle istituzioni aggiudicanti, salvo ovviamente il riscontro da parte dell’advisor di gravi incongruenze nel progetto e del resto in generale questo appare l’indirizzo degli organismi ministeriali, che non ricevendo dai governi adeguate disponibilità finanziare, sembrano caldeggiare la strada del partenariato pubblico-privato. d’altronde sanità e scuola paiono rappresentare l’ultima delle preoccupazioni anche di quest’ultima compagine governativa.
Noi continuiamo la nostra tenace opposizione a queste “forme nascoste” di privatizzazione e a favore del servizio sanitario nazionale, pubblico e universale e chiediamo fin da subito un “dibattito pubblico” sul progetto presentato dal proponente a norma del decreto del presidente del consiglio dei ministri 10 maggio 2018, n. 76.