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Domenica 22 dicembre 2024

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La “Luce svelata” che vince l’oscurità della materia

Inaugurata sabato 5 novembre alle 18 la mostra di Bruno Giuliano e Marco Ruffino che vede nel fuoco il suo principale elemento creativo

La Guida - La “Luce svelata” che vince l’oscurità della materia

Cuneo – La “Luce svelata” di Bruno Giuliano e Marco Ruffino trova spazio nella mostra visitabile a Palazzo Samone che vede nel fuoco come elemento creativo il suo cuore pulsante: la combustione come la capacità di accendere una luce, di svelare ciò che è nascosto, di creare qualcosa di nuovo (inaugurazione sabato 5 novembre alle 18). 

“Il percorso espositivo accompagna il visitatore in un coinvolgente ed emozionante viaggio tra le opere di due artisti che, pur negli autonomi e originali ambiti di ricerca, hanno in comune l’elemento creativo dell’utilizzo del fuoco e della combustione – spiega il curatore della mostra Franco Giletta -. Il segreto del fascino di queste opere risiede nella loro capacità di fare scaturire luce dalla materia inerte, di farla emergere anche laddove, paradossalmente, sembrerebbe aver vinto l’oscurità, rivelando il segreto della passione creatrice, il sacro fuoco dell’arte, capace di donare a chi le osserva l’emozione di un’illuminazione interiore, quella di una luce svelata…” 

Bruno Giuliano, nato a Saluzzo nel 1958, pittore, disegnatore e incisore, presenta in questa mostra una serie di opere frutto dell’intenso ultimo periodo di lavoro. Dopo aver sperimentato varie tecniche e materiali, dalla pittura ad olio su tela e tavola, all’acrilico, dal disegno all’incisione, gli esiti della sua attuale ricerca sono approdati nell’originalissimo utilizzo del fuoco come mezzo creativo. Bruno Giuliano “dipinge con la fiamma” per ottenere sulla superficie del legno, spesso anche di grandi dimensioni, coinvolgenti composizioni dalle calde sfumature di bruni. Il risultato estraniante è quello di figure che fuoriescono dall’oscurità: volti, anfore, corpi, particolari anatomici sono restituiti dall’artista allo spettatore nella loro quintessenza luminosa, come si trattasse di istantanee della loro anima. Un itinerario attraverso la materia che diviene una sorta di percorso spirituale culminante nell’esposizione di alcune opere che narrano della luce come mistica rivelazione. 

Marco Ruffino, nato a Torino nel 1956, si è affermato negli anni Ottanta come pittore espressionista con l’utilizzo di colori ad olio, acrilico, tecnica mista e come autore di incisioni su lastre di rame e zinco. Studioso di filosofia, dal 2010 ha iniziato ad utilizzare materiali di recupero come plastica, nylon e pluriball inseriti, attraverso la fusione, su lastre di masonite o compensato e colorate con vernici acriliche. Dal 2016, con la stessa tecnica, ha iniziato a realizzare suggestive sculture in verticale e orizzontale. Un vero repertorio di pittoscultura e scultura definito dall’autore Ermeneutica del residuo. Con l’ausilio della combustione, Ruffino deforma e plasma i materiali, spesso elementi di scarto, per restituire un’idea di forme ancestrali e arcaiche, rendendole protagoniste al centro della scena. E così percepiamo le sembianze di esseri, l’ombra di corpi contorti che fuggono, forse da una apocalittica esperienza, ma, al contempo, proiettati in una dimensione in cui l’essenza prevale sull’assenza…

Trentatreesimo appuntamento della rassegna provinciale grandArte 2022 – Help humanity, ecology, liberty, politics, la mostra sarà visitabile gratuitamente dal 5 al 27 novembre, dal venerdì alla domenica, dalle 16 alle 19.

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