Saluzzo – Era accusato di aver ceduto sostanza stupefacente a dei minori e per questo rinviato a giudizio davanti al tribunale di Cuneo. R. V., 23enne di origine albanese, era stato indagato nel 2018 in seguito a un’indagine dei Carabinieri su un giro di spaccio tra giovani saluzzesi, per lo più minori. Le indagini erano partite dal sequestro di una certa quantità di sostanza cannabinoide e attraverso la rete dei contatti telefonici gli inquirenti erano arrivati a identificare R. V.: a casa sua vennero sequestrati alcuni grammi di sostanza stupefacente e il telefono con cui veniva contattato dai giovani acquirenti. Sentiti dai Carabinieri tutti i ragazzi hanno confermato di comprare piccole quantità di hashish da R. V. e lo hanno anche individuato fotograficamente. Nel corso dell’udienza la difesa ha acconsentito che venissero acquisite le dichiarazioni rese da quei ragazzi durante le indagini, evitando che quelli fossero chiamati a testimoniare in aula e dimostrando che non c’era da parte dell’imputato alcuna intenzione di condizionarne la testimonianza. La difesa ha sottolineato la difficile situazione del ragazzo sia dal punto di vista del contesto familiare sia personale, con difficoltà cognitive e un percorso di psicoterapia intrapreso proprio per uscire da questa situazione. Il giovane ha confessato di aver spacciato ma di non immaginare che i suoi acquirenti fossero minorenni. Per l’accusa, anche riconoscendo il positivo percorso individuale intrapreso, con la terapia e un contratto di lavoro a tempo indeterminato, resta il riconoscimento del reato che è stato quantificato come pena in un anno e un mese di reclusione e al pagamento di 1.600 euro di multa. Una richiesta di condanna accolta dal collegio giudicante che, considerata la continuazione con un reato precedentemente patteggiato dal ragazzo, lo ha condannato a un anno e sei mesi di reclusione e 1.700 euro di multa.