Garessio – Era stato colpito alle spalle con un violento calcio all’altezza della mandibola solo perché accusato di aver ripreso col cellulare la lite tra due ragazzi. Al tribunale di Cuneo si è concluso il processo a carico di A.G.M., accusato di lesioni aggravate ai danni di O.O., costituito parte civile in giudizio, cui quel calcio provocò la rottura di mascella e mandibola. I fatti risalgono al maggio del 2020 quando due gruppi di ragazzi si trovarono casualmente in un parco cittadino. A.G.M. aveva incontrato due suoi amici e con uno di questi aveva iniziato a discutere e poi a litigare in maniera più accesa finendo alle mani; ad osservare la scena c’era poco distante il gruppo di amici della parte offesa che aveva portato al parco delle pizze da mangiare insieme. Ad un certo punto l’imputato si avvicinò all’altro gruppo accusando O.O. di averlo ripreso mentre litigava col suo amico e mentre quello era seduto sul gradino del marciapiede gli diede un calcio all’altezza del viso colpendo alla mascella. O.O. perse qualche istante conoscenza e quando gli amici lo aiutarono a rialzarsi notarono che aveva il volto insanguinato e aveva perso dei denti. In aula i testimoni hanno anche raccontato della reazione degli amici della parte offesa nei confronti dell’imputato che venne a sua volta aggredito e picchiato. Al giudice è stata inoltre consegnata la relazione medica sui danni subiti da O.O. che fu sottoposto ad intervento chirurgico per la ricostruzione della mandibola e che in seguito a quell’evento dovette affrontare lunghe e costose cure odontoiatriche. A conclusione dell’istruttoria, il Pubblico Ministero riconoscendo la buona volontà dell’imputato che nel frattempo aveva risarcito la parte offesa con 5mila euro, ha chiesto una condanna ad 8 mesi di reclusione. Una richiesta di condanna troppo bassa secondo la parte civile che ha sottolineato che l’imputato con quel parziale risarcimento aveva solo in minima parte coperto le spese sostenute dal suo assistito e che la gradazione della pena serve anche a definire fatti gravi come quello accaduto, un’aggressione gratuita, violenta e assolutamente immotivata. Per questo ha chiesto un risarcimento di 77mila euro con provvisionale esecutiva di 30mila euro. La difesa ha invece ribadito la volontà risarcitoria dell’imputato che ha messo da parte i soldi che poteva con il suo lavoro e ha chiesto che nella decisione il giudice tenesse conto della situazione economica e sociale dell’imputato. Il giudice ha accolto la richiesta dell’accusa, aumentando però la pena ad 1 anno di reclusione e il pagamento di una provvisionale esecutiva di 10mila euro per la parte offesa in attesa del giudizio civile che dovrà quantificare il risarcimento definitivo.