Sul numero scorso si era parlato dell’evoluzione della frutticoltura, passata da una realtà di frutteti promiscui, con pochi alberi di grandi dimensioni sparsi per prati e campi a una situazione in cui predominano in modo quasi assoluto impianti specializzati, con portainnesti deboli e alta densità di piante. Un’evoluzione dettata da esigenze tecniche e commerciali comprensibili e solide, ma che rende enormemente più difficile contenere i danni di parassiti vegetali e animali senza ricorrere a prodotti chimici negativi per gli operatori, i consumatori e l’ambiente.
Il frutteto specializzato è, infatti, per molti aspetti,
Per leggere questo contenuto devi essere abbonato all’edizione digitale de La Guida.
Abbonati qui