Cuneo – Con l’accusa di aver prodotto documenti falsi per ottenere il reddito di cittadinanza, due cittadini cuneesi sono stati rinviati a giudizio davanti al tribunale di Cuneo. Il primo caso riguarda M. N., cuneese arrestato a Torino nell’agosto 2020, sottoposto dal giudice delle indagini preliminari all’obbligo di firma presso la caserma dei Carabinieri di Cuneo. “Dal comando interregionale avevamo ricevuto la tabella con l’elenco di tutte i precettori del reddito di cittadinanza e scorrendo l’elenco ho notato il nome di M. N. che era sottoposto all’obbligo di firma presso la nostra caserma”, ha riferito in aula il tenente Giovanni Forte a capo del Norm di Cuneo. Nonostante il provvedimento nei suoi confronti fosse stato emesso ad agosto, l’uomo aveva presentato domanda nel novembre successivo, e aveva ricevuto l’assegno per sei mesi circa, violando così la normativa che esclude dal reddito di cittadinanza tutte le persone sottoposte a misura cautelare da parte dell’autorità giudiziaria. Un provvedimento però che, nella tesi della difesa sostenuta dall’avvocato Leonardo Riberi, non era stata spiegata correttamente all’imputato inducendolo in errore. In aula è stato infatti chiamato a testimoniare l’impiegato del patronato che aveva aiutato M. N. a compilare la domanda: “Noi vediamo il modulo sul terminale, leggiamo le domande ai cittadini e dato che sono lunghe e complesse gliele spieghiamo in termini semplici. In base alle loro risposte compiliamo il modulo e lo inviamo”. Alla domanda del riquadro F, su eventuali misure cautelari, l’impiegato ha però spiegato al giudice che solitamente ai cittadini viene chiesto se in famiglia hanno qualche parente in carcere o ai domiciliari. Una spiegazione che, secondo la tesi della difesa, sarebbe stata fuorviante, in quanto l’imputato avrebbe risposto negativamente pensando si riferisse ai suoi familiari, non a se stesso. L’udienza è stata quindi rinviata al 20 marzo per ascoltare l’imputato.
Aveva invece percepito 6.800 euro di reddito di cittadinanza per quasi un anno M. G., anche lui cuneese, che avrebbe presentato domanda nonostante la misura cautelare dell’allontanamento da Cuneo. In questo caso il controllo venne eseguito dalla Guardia di Finanza nel settembre 2021 e venne fuori che l’imputato aveva presentato domanda nel marzo 2019, prima del provvedimento dell’autorità giudiziaria, emesso nell’agosto successivo. Nel frattempo però la legge era stata modificata dal Parlamento inserendo proprio la norma relativa alle misure cautelari come elemento ostativo per l’ottenimento del reddito di cittadinanza. La domanda di M. G. doveva quindi essere integrata con questo elemento e a settembre l’uomo avrebbe dichiarato di non essere sottoposto a misure cautelari. In aula però l’avvocato della difesa, Enrico Gallo, ha più volte fatto notare che la domanda presentata a settembre non era stata sottoscritta dal diretto interessato e quindi il processo è stato rinviato al 24 novembre per ascoltare i militari che hanno materialmente svolto l’indagine e raccolto la documentazione.