Montezemolo – Le indagini della Guardia di Finanza avevano preso avvio alla fine del 2017 da una segnalazione anonima in cui venivano denunciate anomalie in alcuni centri di accoglienza straordinaria per i richiedenti asilo (Cas); erano otto centri di accoglienza dislocati in provincia di Cuneo facenti capo a tre cooperative legate tra loro, con sede a Torino, a carico delle quali, in seguito alle indagini coordinate dal sostituto procuratore Carla Longo, è stata contestata l’accusa di truffa. Al processo che si è aperto in tribunale a Cuneo sono stati chiamati a rispondere del reato i responsabili delle tre cooperative nel periodo che andava dalla fine del 2017 agli inizi del 2018; G.B. per la cooperativa Immacolata 1892, C.B. e G.M. per la cooperativa Il Tulipano e E.A. per la cooperativa Casa dell’Immacolata. A loro è stato contestato di aver falsamente attestato la presenza, all’interno dei centri di accoglienza, di richiedenti asilo quando invece questi si trovavano altrove, percependo così indebitamente i 35 euro disposti dal Governo ed erogati tramite le Prefetture.
A fine 2017 la Guardia di Finanza di Mondovì si era recata per un controllo al Cas di Montezemolo, gestito dalla cooperativa Immacolata 1892 insieme ad altri centri a Ceva, Valdieri e Borgo San Dalmazzo. “Avrebbero dovuto esserci 10 ragazzi che però non c’erano – ha riferito il luogotenente Maurizio Leo -. Li abbiamo trovati a febbraio in un centro a Pietra Ligure gestito da un’associazione culturale e sportiva che si occupa di trekking con gli asini e attività con i bambini. Era un luogo formalmente sconosciuto, non indicato in alcun documento delle tre cooperative”. Nel centro di Montezemolo, al posto dei dieci ragazzi trovati poi a Pietra Ligure, c’erano altre dieci persone, in una strana rotazione che sembra coinvolgere tutte e tre le cooperative legate tra loro sia dalla vicinanza delle sedi a Torino, sia dai frequenti passaggi di denaro da una cooperativa all’altra.
I militari hanno iniziato allora a controllare i movimenti degli ospiti a partire dalle schede Sim dei telefoni. “Consideravamo una persona assente dal centro di accoglienza – ha riferito il luogotenente Stefano Toselli, all’epoca al nucleo polizia economico finanziaria di Cuneo – se dai tabulati il suo telefono risultava agganciare celle lontane dal centro in cui era stata attestata la sua presenza. Dai controlli dei tabulati sarebbero emerse 5.062 presenze false per un totale di 174.000 euro indebitamente percepiti dalla cooperativa Immacolata 1892; 4.160 false presenze per la cooperativa Il Tulipano per un importo di 142.000 euro, 13 presenze per la cooperativa Casa dell’Immacolata per un importo di 445 euro.
Contestazioni rigettate in sede di controinterrogatorio dalle difese degli imputati che hanno rilevato la mancanza di verifiche da parte dei militari sulla corrispondenza tra la scheda Sim assegnata al richiedente asilo e il cellulare effettivamente usato e la mancata verifica sull’eventuale presenza di un ragazzo, risultato assente in uno dei centri di accoglienza, ma magari presente in un’altra struttura della stessa cooperativa. L’udienza è stata rinviata al 31 ottobre.