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Sabato 2 novembre 2024

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Il sindacato degli architetti e degli ingegneri contesta la richiesta della “prova” video per il Superbonus

Il presidente Inarsind Cuneo, Danilo Picca: "La firma di un professionista iscritto a un Ordine non è sufficiente tanto da necessitare di una ulteriore dichiarazione e addirittura di una prova video?"

La Guida - Il sindacato degli architetti e degli ingegneri contesta la richiesta della “prova” video per il Superbonus

Cuneo – Il presidente Inarsind Cuneo (sindacato nazionale di Architetti ed Ingegneri liberi professionisti), Danilo Picca, interviene con un comunicato stampa sulla richiesta di documentare con video i lavori svolti in ambito Superbonus.

“Venerdì scorso molti di noi, Ingegneri ed Architetti, hanno ricevuto dalla piattaforma Deloitte alcune istruzioni molto dettagliate per la realizzazione di un video di documentazione dei lavori svolti in ambito Superbonus in relazione ai prossimi SAL. Il dettaglio e i contenuti richiesti per tale video vanno ben oltre alla semplice documentazione delle opere eseguite e non risulta una mera sostituzione/aggiunta di un video rispetto alla documentazione fotografica al fine di meglio documentare i lavori.
La richiesta determina un ulteriore impegno immotivato nello svolgimento dell’attività di asseveratore che oltre alle difficoltà pratiche per la produzione di quanto già previsto ed in aggiunta all’incombenza di tale video, si somma lo scoramento per il fatto di dover effettuare una videoasseverazione di lavori già asseverati con idonea modulistica prevista dalla legislazione, accompagnata già anche da una dichiarazione di aver asseverato correttamente e di poter asseverare.
Insomma la firma di un professionista iscritto ad un Ordine che si prende la responsabilità personale e professionale di quanto asseverato non è sufficiente tanto da necessitare di una ulteriore dichiarazione ed addirittura di una prova video?
Ogni documento o atto aggiuntivo, rispetto a quanto strettamente previsto dalla legislazione già molto complessa del Superbonus, deve considerarsi non pertinente in quanto non ascrivibile in alcun modo all’apparato legislativo dello Stato, per cui appare ridondante, vessatorio e completamente ingiustificato.
Rammarica ravvisare che, allo stato attuale, il legislatore non abbia vigilato sulle società che entrano nel business della cessione dei crediti verificando che esse si attengano a richiedere solo ed esclusivamente i documenti previsti dalla procedura del Superbonus, al fine di renderla agile, visti i tempi previsti per l’attuazione ed esecuzione dei lavori, ed efficace per la necessità di rilancio post pandemico.
Nella speranza che la nostra azione di Inarsind, sviluppata con e tramite la struttura nazionale, messa insieme a quella di tanti ordini professionali ed altre associazioni, possa avere un effetto, ravviso che si debba affrontare un momento di vera riflessione sullo svolgimento della nostra professione in termini di impegno, responsabilità e remunerazione che non risulta più in nessun modo rimandabile per mantenere un briciolo di dignità e sostenibilità professionale e sociale del nostro lavoro, il quale risulta già ampiamente ed immotivatamente penalizzato rispetto al passato”.

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