Dronero – Uno era stato individuato come il mandante e l’altro come l’esecutore materiale della rapina messa in atto la sera del 12 ottobre 2020 in una villa di Dronero; stamattina, venerdì 16 settembre, davanti al Giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Cuneo, il mandante Roberto Pignatta, 50enne di Busca, che ha integralmente risarcito il danno alle vittime, ha patteggiato una pena di 3 anni e 8 mesi e 1.200 euro di multa, che sta scontando agli arresti domiciliari, in attesa del giudizio definitivo, mentre uno degli esecutori materiali della rapina (altri due sono rimasti ignoti ) è stato condannato a 12 anni di carcere e, dichiarato delinquente abituale e professionale, dovrà scontare tre anni in casa di lavoro a fine pena.
I fatti risalgono alla sera del 12 ottobre del 2020, quando tre persone incappucciate si introdussero armate di bastoni all’interno di una villa di Dronero, dove in quel momento si trovavano i tre figli, di cui una minorenne, dei proprietari. Li minacciarono, strattonarono e colpirono al capo causando lesioni a tutti e tre i ragazzi, poi presero i soldi e i gioielli che riuscirono a trovare in giro prima di darsi precipitosamente alla fuga, a bordo di una Fiat Panda rubata poco prima, inseguiti dai Carabinieri.
Le indagini fecero emergere i rapporti di parentela tra il mandante e la famiglia rapinata; dalle intercettazioni sul telefono del Pignatta si risalì a Santino Della Garen, a casa del quale gli inquirenti trovarono uno dei oggetti rubati, la medaglietta commemorativa dell’Avis con il nome del proprietario della casa rapinata. Elemento di prova schiacciante che ha indotto il pubblico ministero Attilio Stea a chiedere il giudizio immediato per i due uomini, con l’aggravante per il primo di essere il mandante, e per il secondo di aver coinvolto il figlio minorenne (a giudizio presso il tribunale dei minori). A questa richiesta dell’accusa l’avvocato di Pignatta, Fabrizio di Vito, ha replicato con la richiesta di applicazione pena in seguito a risarcimento del danno, mentre gli avvocati Cristina Botto e Cosimo Palumbo hanno scelto il rito abbreviato per Della Garen, per il quale l’accusa aveva chiesto la condanna a 20 anni di carcere, pena ridotta dal giudizio del giudice a 12 anni di carcere e 4.000 euro di multa, con interdizione perpetua e la pena accessoria di 3 anni di casa di lavoro da scontare a fine pena.