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Venerdì 22 novembre 2024

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Dei libri, delle biblioteche, della storia locale e delle licenze edilizie

Livio Berardo risponde ai sindaci dell’Unione del fossanese sulle sue contestazioni sul funzionamento dell’ente

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Ecco la lettera di risposta del consigliere comunale di Bene Vagienna, Livio Berardo ai sindaci dell’Unione del fossanese sulle sue contestazioni sul funzionamento dell’ente.

Egregio direttore,
i sindaci dell’Unione del fossanese replicano alle mie contestazioni sul funzionamento dell’ente, sintesi degli interventi che ho svolto nella seduta del 31 luglio. Sciorinano l’ottenuto finanziamento di «956 mila euro per il completamento del percorso di digitalizzazione della PA» e io ho presente i clamorosi flop dell’Albo pretorio del comune di Bene Vagienna con una delibera di Giunta, quella di affido di una consulenza legale per la questione del mega allevamento di Isola con la prima pagina in bianco e due altre con i nomi degli assessori di 5 anni fa. Infortuni giustificati con disguidi informatici.
Dal canto mio credo talmente nella digitalizzazione che vorrei vederla applicata ai principali atti della vita comunale, così da concedere un accesso da remoto a chi ne fa richiesta, ed estesa agli archivi e ai libri di pregio (ad. es. al fondo storico Assandria).
I sindaci respingono la mia denuncia di una loro «bassa attenzione alle biblioteche» e mi invitano a «documentarmi meglio». Esibiscono come vanto l’acquisto di «scafali (sic!) e altri arredi in genere». Nulla dicono sugli acquisti di libri, ridotti a cifre davvero misere e quasi mai grazie a stanziamenti propri, bensì per contributi vincolati. Nulla dicono degli smilzi orari di apertura: a
Bene 2 volte la settimana, per un totale di 3 ore e mezzo, a Genola, Salmour e Sant’Albano 3 giorni per 6-7 ore. Né si interessano della consistenza del patrimonio, dove abbondano fantasy e romanzi “leggeri”, scarseggiano storia, saggistica e scienze.
E, visto che i nostri sindaci sono attaccati ai «sani valori» della tradizione, faccio sommessamente notare che dei 110 volumi o saggi pubblicati sulla storia e sull’arte di Bene Vagienna la biblioteca civica ne possiede appena 7, Sant’Albano, sede del più importante ritrovamento archeologico di età longobarda degli ultimi vent’anni non ha un volume sulla storia di quel popolo, come Salmour non ha nulla sulle tribù da cui ha preso il nome, i Sarmati, né sull’imperatore Costantino che li stanziò tra Tanaro e Stura. Genola non possiede alcun volume sulla famiglia Galateri, che ebbe un ruolo rilevante, anche se non proprio positivo, nelle vicende risorgimentali e del ‘900. Quanto all’eccidio nazista del 29 aprile 1945 il catalogo regionale segnala il solo volume di Andrea e Gianfranco Capello. Per inquadrare quella “strage della ritirata” c’è esclusivamente il saggio di Gianni Oliva. Mancano i lavori fondamentali di Gentile, Schreiber, Klinkhammer ecc. Ho proposto una Commissione di consiglieri per migliorare l’acquisizione di nuovi volumi. Mi hanno risposto di no, che ci pensano loro, i primi cittadini. I consiglieri, a cominciare da quelli di maggioranza, sono certamente “capaci”, come sostengono gli scriventi: di fatto sono trattati come burattini, condannati ad alzare la mano a bacchetta.
A mollare le licenze edilizie i sindaci non pensano proprio. Secondo loro: «Un Sindaco che conosce bene il proprio territorio dovrebbe dire al suo cittadino, il quale lo ha peraltro eletto, che se vuole ampliare la propria azienda dovrebbe rivolgersi al Presidente dell’Unione?». Cruciale l’inciso «il quale lo ha peraltro eletto»: clientelismo della più bell’acqua. Ogni proposta di pianificazione intercomunale passa in cavalleria. Tanto la riduzione del consumo di suolo e la lotta al cambiamento climatico non sono nelle corde dei nostri cinque primi cittadini.
E che cosa sono i «rapporti di collaborazione con Istituzioni francesi» che impedirebbero di cambiare il nome da un improprio «Unione del fossanese» in «Unione dei piccoli comuni del fossanese»? Non sarà un’amena invenzione del tipo «Ruby nipote di Mubarak»?
Per le carenze di organico del comune di Sant’Albano, a cui non è arrivato nessun soccorso dall’Unione, la risposta è: «Le eventuali questioni di Sant’Albano Stura – che noi non conosciamo (ma non c’è Giorgio Bozzano fra i firmatari?) o, comunque, non abbiamo intenzione di commentare – devono riguardare esclusivamente il suo Consiglio Comunale». In realtà le magagne riguardavano la Centrale unica di committenza che fa capo all’Unione, ma che di fatto non funziona.
Infine i sindaci mi rimproverano di essere l’unico che «ha sentito la necessità di “fare domande”, interrogazioni, mozioni», bollate come «sterili polveroni». Rispondo con l’evangelico: «Etsi omnes, ego non». Intanto a Sant’Albano la Giunta è implosa. L’elezione diretta del sindaco ha risolto molti problemi, ma gli enormi poteri conferiti alla carica hanno indotto in chi non ha il senso del limite atteggiamenti podestarili.

Livio Berardo

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