Cuneo – Di chi è la colpa dei mancati fondi del Pnrr per l’acqua, i 41 milioni persi dalla provincia di Cuneo?
Il Comitato Cuneese Acqua Bene Comune non ha dubbi: “Sicuramente ed unicamente della politica locale che su diversi versanti è responsabile dello stallo nel subentro del gestore unico pubblico Cogesi”. E continua: ” In prima istanza di tutti quei sindaci ed amministratori locali che hanno avversato la gestione pubblica con pretestuosi ricorsi che vengono smontati l’un dopo l’altro, con sfiancante lentezza, dal Tribunale Superiore delle Acque. I medesimi ora evitano accuratamente di dare corso all’obbligo di formare aziende totalmente pubbliche capaci di aggregarsi in Cogesi oppure, meno efficacemente, di entrare direttamente nel suo azionariato. Ma non si salva neppure la presidenza e la Conferenza d’Ambito di Egato4 che evitano da troppo tempo di stabilire date certe e percorsi definiti per il pagamento del Valore Residuo ed il subentro effettivo, trascurando i propri compiti istituzionali. Che dire poi degli amministratori e dei sindaci soci delle aziende già pubbliche che invece di collaborare con spirito unitario alla realizzazione del gestore unico sembrano molto più preoccupati di salvaguardare il proprio orto di casa?”:
Il Comitato analizza nella sua disamina tutto il percorso.
“Già nel 2020 – scrive – i territori gestiti dal consorzio Aeta (Egea) non avevano potuto sottoscrivere le richieste di accesso ai fondi nazionali per gli acquedotti in quanto essendo i gestori privati scaduti da tempo non potevano garantire il necessario cofinanziamento. Ora non sono stati ammessi ai fondi PNRR gestiti dal Mims, sempre per gli acquedotti, i progetti presentati dai gestori e coordinati da Egato4, in quanto ufficialmente la gestione di Mondo Acqua era scaduta a fine 2021. Non citata per evidente ridondanza, la stessa anomalia persiste per i gestori Aeta scaduti nel 2017. Pur nella limitata probabilità di vedersi finanziati i progetti presentati (dei quasi 200 a livello nazionale solo una sessantina sono stati ammessi e solo una ventina finanziati per l’esiguità dei fondi) si prefigura in ogni caso un grave danno tariffario. I cittadini di tutta la provincia si vedranno caricati in bolletta i costi degli interventi, ormai non rimandabili, per l’eliminazione delle dispersioni delle tubazioni. Poco probabile un ripescaggio nella seconda tranche di progetti autunnale. A breve altri bandi andranno a compimento per i settori fognature e depurazioni che, seppur gestiti in modo diverso dal MiTE, potrebbero incorrere nei medesimi inconvenienti”.
C’è una via di uscita? Secondo il Comitato sì ovvero accelerare i passaggi o meglio dare gambe a un percorso sempre annunciato ma che fatica a partire.
“Non ci sono più scuse, – conclude il Comitato Acqua Bene Comune – Cogesi ha individuato l’advisor nella società Valecap che entro fine ottobre dovrà indicare lo strumento adeguato per reperire i fondi necessari per il pagamento del VR ed il partner disposto a finanziarlo. La presidenza ed i componenti del consiglio di amministrazione si impegnino a presentare immediatamente un dettagliato e certo programma di subentro!
Nel frattempo i cittadini si recheranno alle urne per scegliere i loro rappresentanti al Parlamento; gli amministratori locali per votare il nuovo presidente della Provincia: né gli uni né gli altri potranno fare a meno di valutarli anche sotto l’aspetto del loro impegno per la gestione pubblica e democratica dell’acqua!”