Isolamento fiduciario, un periodo con cui negli ultimi due anni molti hanno fatto i conti, compreso l’autore che ne approfitta per rispolverare un genere, il romanzo epistolare, non proprio tra i favoriti delle ultime generazioni.
Il perché di una scelta così inusuale è spiegato dallo stesso Claudio Califano: l’epistola è discreta, non è come la suoneria del cellulare, non disturba, non invade la privacy delle persone. Allo stesso tempo l’autore non passa sotto silenzio la sua insofferenza per faccine, emoticon e tutto l’armamentario iconografico che liofilizza le parole rendendole superflue.
La lettera è qualcosa di strettamente personale, richiede coinvolgimento emotivo, condivisione. Un presupposto che l’autore porta all’estremo ricorrendo a due “se stesso”. Da una parte c’è DaLucio e dall’altra Claudio, due volti della stessa medaglia che si scrivono. Tanto per essere chiari fino in fondo: già nel nome l’uno è l’anagramma dell’altro. Il primo è “la parte interiore che scrive alla sua parte esteriore”.
Curioso questo espediente letterario. La tradizione vorrebbe il ricorso a un altro, amico o parente non importa. Questi due invece vivono la stessa esperienza, l’”isolamento fiduciario” a seguito di contagio. DaLucio scrive a Claudio i suoi pensieri in questa sorta di “prigione”, senza nessun intento polemico nella parola, precisa l’autore.
Appaiono pensieri a ruota libera, di cui appena si intuisce un filo conduttore. Il più delle volte si atteggiano a riflessioni sulla propria condizione di “isolato” che lo stile alleggerisce in un caleidoscopio di parole, di sentieri verbali interrotti e ripresi. Talora scava nelle parole divertendosi a sorprenderle nella loro ambiguità o ubiquità semantica, altre volte rincorre citazioni.
“Scrivere fa spazio nella mente”, quasi aiuta a respirare come un balsamo contro l’asfissiante trafila delle comunicazioni ufficiali sul Covid. Serve all’autore per “allontanarsi” dal suo isolamento, “uscire” di casa per incontrare il proprio alter ego pubblico, per attendere finalmente la “mattina”.
Mattina
di Claudio Califano
ArabaFenice
12 euro