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Domenica 22 dicembre 2024

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Il cuneese Giorgio Marengo tra i nuovi cardinali

Sabato 27 agosto il Concistoro in cui papa Francesco creerà i 21 cardinali, tra cui il cuneese già Consigliere Regionale Asia per la Mongolia dell’Istituto Missioni Consolata

La Guida - Il cuneese Giorgio Marengo tra i nuovi cardinali

Cuneo – Il prossimo sabato 27 agosto papa Francesco terrà un Concistoro in cui creerà 21 nuovi cardinali, di cui 16 elettori e cinque ultra-ottantenni.

Nei giorni successivi lunedì e martedì 29 e 30 agosto si terrà una riunione di tutti i cardinali per riflettere sulla nuova costituzione apostolica Praedicate Evangelium sulla riforma della Curia romana. 

Tra i nuovi cardinali cinque gli italiani e tra questi il cuneese mons. Giorgio Marengo. 

Giorgio Marengo ha 47 anni, torinese per adozione, è missionario della Consolata: da due anni è Prefetto apostolico di Ulan Bator in Mongolia, una piccola Chiesa che conta 1.300 cristiani. In missione in Mongolia dal 2003, è stato parroco di Maria Madre della Misericordia ad Arvaheer e dal 2016 è Consigliere Regionale Asia per la Mongolia dell’Istituto Missioni Consolata. Marengo è il più giovane dei porporati. 

Senza volerci addentrare in discorsi di politica ecclesiale o strategie pastorali nelle quali non siamo esperti, è evidente che le nuove nomine rappresentano sì un po’ tutto il mondo, ma il fatto che ben sei siano provenienti dall’Asia dice l’attenzione del primo papa non europeo e del sud del mondo per questo continente dove quasi ovunque il cristianesimo è ancora una minoranza,  non raramente vittima delle limitazioni alla libertà religiosa (con l’eccezione delle cattoliche Filippine), ma che vive un forte sviluppo demografico ed economico. 

Fra i nuovi 21 cardinali spiccano i rappresentanti delle cosiddette chiese di frontiera: il nigeriano Peter Ebere Okpaleke, vescovo di Ekwulobia; il francescano brasiliano Leonardo Ulrich Steiner, arcivescovo di Manaus, nel cuore dell’Amazzonia, e Paulo Cezar Costa, arcivescovo di Brasilia; gli indiani Filipe Neri Antonio Sebastiao do Rosario Ferrao, arcivescovo di Goa e Anthony Poola, arcivescovo di Hyderabad. Quest’ultimo sarà il primo cardinale appartenente ai dalit, ovvero i senza casta, l’ultimo gradino nella gerarchia sociale indiana. Diventeranno cardinali, poi, il salesiano Virgilio do Carmo da Silva, arcivescovo di Dili, Timor Est; il ghanese Richard Kuuia Baawobr, dei missionari d’Africa, vescovo di Wa; e ancora William Seng Chye Goh, arcivescovo di Singapore e Adalberto Martinez Flores, arcivescovo di Asunciòn, Paraguay. 

Per l’Italia, il Papa conferma l’attitudine a lasciare senza porpora sedi ecclesiali considerate cardinalizie per tradizione come Venezia, Milano e Torino. Anche Napoli, per ora, resta senza (anche se queste sedi hanno i cardinali emeriti). Tra le nomine, significativa e quella dell’americano Robert Walter McElroy, vescovo di San Diego, che rappresenta, all’interno dell’episcopato americano – detto dagli esperti conservatore – una sensibilità differente.

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