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Domenica 22 dicembre 2024

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Gli agricoltori denunciano i ritardi nella posa delle reti anticinghiali

Peste suina africana, una delle misure più forti per contenere il contagio si sta rivelando inefficace secondo le organizzazioni professionali agricole, che chiedono più abbattimenti

La Guida - Gli agricoltori denunciano i ritardi nella posa delle reti anticinghiali

Cuneo – Il 20 agosto scorso, in base ai programmi a suo tempo definiti, si sarebbero dovuti concludere i lavori per la posa della recinzione anti cinghiali volta a contrastare la diffusione della peste suina africana nella zona infetta a cavallo tra il Piemonte e la Liguria. Finora – chiarisce in una nota Confagricoltura Piemonte – sono oltre 180 i casi di peste suina africana segnalati su cinghiali tra Piemonte e Liguria. “A causa delle restrizioni imposte dall’emergenza l’attività di abbattimento dei cinghiali nell’area infetta è sospeso. La recinzione – dice Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte – è ancora lontana dall’essere completata e il timore di diffusione dell’epidemia continua a rimanere alto: chiediamo al commissario e alle istituzioni regionali di fornire alle organizzazioni agricole un ragguaglio aggiornato sui tempi di realizzazione della rete anti-cinghiali e di intensificare gli sforzi per completare le opere”.
Confagricoltura Piemonte sottolinea l’aumento incontrollato delle popolazioni di ungulati e il fatto che, da gennaio a oggi, siano state abbattute poche migliaia di cinghiali, “mentre l’obiettivo che si è dato la Regione Piemonte è di arrivare, entro fine anno, a 38.000 capi eliminati con la caccia di selezione; aggiungendo i prelievi previsti con la caccia di controllo e quella programmata, i numeri degli abbattimenti previsti salgono a oltre 50.000”.
“I tempi per la conclusione dei cantieri si stanno prolungando pericolosamente – conclude Enrico Allasia – e l’obiettivo dei 50.000 capi abbattuti entro fine anno risulta praticamente impossibile da raggiungere: gli agricoltori hanno il diritto di sapere quando potranno essere completate le opere. Ormai dell’emergenza non si parla quasi più ma il pericolo che l’epidemia si diffonda continua a preoccupare gli allevatori e l’intera filiera”.

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