Per gli amanti del genere, il noir di Massimo Tallone può risultare assolutamente intrigante fin dalle prime pagine che scardinano subito lo schema classico. È un lavoro che viene impostato in termini di tecnica letteraria. È evidente infatti il gioco che Tallone ingaggia sulla doppia figura dell’autore e del narratore. Lui, autore, lascia la parola al narratore che risulta fin da subito quasi un “dio del noir”, non nel senso di muovere perfidamente le pedine dei fatti, bensì come colui che è a conoscenza degli stessi e dunque li può mettere in forma di racconto. È anzi così consapevole di questo ruolo che non esita a svelarne le sottigliezze in una serie di “incisi” che, pur in forma di monologo, vogliono instaurare un dialogo col lettore.
Al centro c’è una serra: “cattedrale dalle trasparenze imprecise” dove non si può fingere, “si diventa autentici”. È un mondo che fa da contraltare a quello che le ruota intorno fatto di falsità, piccolezze, tradimenti, dove ciò che conta è mantenere l’immagine che ci si è cuciti addosso, meglio ancora se attraverso l’umiliazione dell’avversario.
La famiglia Berruto è un chiaro esempio di queste perverse dinamiche relazionali. Lo sguardo però si allarga ad altri amici fino a diventare l’impietoso quadro di un mondo aristocratico, ma profondamente gretto e ipocrita. A fare da catalizzatore è l’omicidio di un pittore chiamato per fare un ritratto di famiglia.
L’evento fa da cardine per il romanzo che si distende lungo un prima e un dopo sempre tenuto saldamente in mano dal narratore onnisciente. È lui che plasma la materia come un modellatore, confessando di avere tanti particolari da utilizzare, ma di sfruttarne solo alcuni perché “sapere tutto in anticipo della storia che vado narrando è un ostacolo al piacere di raccontare”, ma, aggiungiamo pure, anche di leggerla.
Il noir non è però un poliziesco. Non c’è da cercarvi l’indagine scientifica. “Il diavolo è nei dettagli”, avvisa il narratore. E chi meglio di un ritrattista o di un incisore, artisti ambedue dei dettagli minuti, può valorizzarli ai fini delle “indagini”. Il naso, il minimo particolare dell’occhio, una ruga impercettibile denunciano l’identità di persone e introducono alla soluzione dell’intreccio.
La tentazione di uccidere
di Massimo Tallone
Edizioni del Capricorno
12 euro