Cuneo – “La Corte dei Conti boccia la sanità del Piemonte: contratti precari, ritardi negli interventi edilizi e nessun nuovo ospedale. La bocciatura della Corte dei Conti è netta e imbarazzante”. Il vice presidente del Consiglio regionale del Piemonte Daniele Valle e il capogruppo del Pd, Raffaele Gallo commentano il giudizio dato dalla Corte dei Conti sulla sanità piemontese il cosiddetto “Giudizio di parificazione del Rendiconto Generale della Regione Piemonte”.
Valle non ha dubbi: “Emerge con chiarezza che si è fatto un eccessivo ricorso a forme di contratti flessibili. Una precarizzazione del personale sanitario, che ha interessato soprattutto figure professionali che rappresentano il core business delle nostre Aso ed Asl, comportando una continua rotazione che ha pregiudicato la continuità assistenziale e la qualità dei servizi, causato ritardi nelle prestazioni oltre ad aver comportato un incremento della spesa. Lo stesso vale per l’edilizia sanitaria, dove siamo completamente fermi sul fronte di tutti i nuovi ospedali, dei posti letto in terapia intensiva e semintensiva, dell’adeguamento dei Pronto Soccorso. Abbiamo sempre rimproverato a Cirio e Icardi di ricorrere solo a provvedimenti spot e ad annunci. Ora la Corte dei Conti lo mette nero su bianco”:
Un nuovo Piano socio sanitario regionale manca al Piemonte da 7 anni, e la Corte dei Conti scrive sul settore sanitario che “i singoli provvedimenti assunti sono privi di una cornice generale di riferimento”, quindi risultano “frammentari e disorganici”.
Il documento evidenzia che, nonostante l’esigenza di individuare posti letto aggiuntivi nelle terapie intensive e semintensive, “dei 299 posti letto previsti in terapia intensiva ne sono stati realizzati 68 (pari al 23%), mentre dei 305 in terapia semintensiva ne sono stati realizzati 117 (pari al 38%)”. Lo stesso vale per gli interventi di adeguamento del Pronto Soccorso, “in molti casi se ne rileva la mancata conclusione e la previsione di una data di ultimazione molto lontana”, mentre sul versante dei nuovi ospedali “per nessuna delle opere programmate risulta avviata la fase della concreta realizzazione, continuano a non essere definite neppure le fasi precedenti e si procede comunque con un’estrema lentezza”, oltre al rischio di possibili danni erariali discendenti dall’avvio di costruzioni di nuovi ospedali o di ristrutturazioni di presìdi che poi non risultano più ricompresi nella programmazione e vengono quindi abbandonati o non completati.
La spesa in conto capitale sanitaria passa dal 24% sul totale degli investimenti regionali del 2019 al 10% del 2020 fino all’1% del 2021.