Cuneo – Sono state appena sciolte le camere e già emergono le prime problematiche per il voto del 25 settembre. Il mese in cui ci si recherà alle urne, infatti, sarà difficile per gli studenti universitari, impegnati nell’ultima sessione dell’anno accademico. Se è vero che in molti casi i giovani si sono disaffezionati alla politica, è altrettanto vero che spesso le condizioni per parteciparvi sono difficili: a settembre gli universitari cuneesi (sia fuori sede, sia pendolari) dovranno scegliere se votare o sostenere l’esame, poiché, anche se il 25 è una domenica, è prassi degli studenti recarsi presso la sede di ateneo uno o due giorni prima, per evitare ritardi o cancellazioni dei treni. Inoltre, la sessione sottrae agli studenti molto tempo, che quindi potrà essere investito solo in minima parte nell’informarsi sui programmi dei diversi pariti. I numeri non sono da sottovalutare: sui circa 33 mila fuori sede (fonte: ricerca del DIST 2019) che il sistema universitario piemontese accoglie, un numero consistente di essi proviene dalla provincia più grande del Piemonte: la Granda. A questi si aggiungono i cuneesi che studiano in altre facoltà più lontane come Milano, Roma o Venezia. Se a tutto questo si aggiunge che in condizioni normali la fascia di popolazione universitaria è una di quelle che più si tiene aggiornata sul panorama politico (il 70% dei 14-24enni si informa di politica almeno una volta a settimana secondo i dati Istat 2020), l’esclusione di una buona parte di pendolari e fuori sede potrebbe intaccare la rappresentatività e la qualità delle prossime elezioni.