Savigliano – Il lotto di trenta cellulari iPhone Xr era destinato a un gruppo selezionato di dipendenti della Saint Gobain che li avrebbero utilizzati come telefoni di servizio. Di questa destinazione d’uso era consapevole N. P., il 60enne impiegato nel settore magazzino dell’azienda, che pur di averne uno falsificò, nel luglio 2020, la firma di un collega legittimo destinatario del telefono, che in quel momento era in ferie. Quando quest’ultimo rientrò dalle vacanze e chiese il telefono, gli venne detto che era stato già consegnato. Dai controlli interni emerse il reato commesso da N. P. che a chiusura delle indagini è stato indagato per furto aggravato dalla sostituzione di persona ed è poi stato ammesso al programma di messa alla prova. Il telefono però nel frattempo era passato di mano: N. P. infatti lo aveva ceduto al genero V. G., 39enne residente a Bra, già gravato da un precedente per rapina. L’uomo aveva utilizzato il telefono con la sim della convivente e solo una volta per chiamare un centro di assistenza Tim; un elemento che secondo l’accusa era conferma dell’origine delittuosa del telefono e di cui l’imputato per ricettazione era consapevole. Secondo il pubblico ministero infatti G. V. avrebbe provato il telefono per poi rivenderlo in un secondo momento. Il giudice ha accolto la richiesta di pena dell’accusa, condannando l’uomo a due anni di reclusione, mille euro di multa e revocando la sospensione condizionale.