Cuneo – Si erano fermati a un locale di kebab di piazza Galimberti per mangiare qualcosa ma subito dopo aver ordinato erano usciti sotto i portici e, lamentandosi per l’attesa, avevano iniziato a infastidire gli altri clienti, urlando insulti e spaccando bottiglie. Agli agenti della Questura intervenuti la sera del 18 luglio dello scorso anno, per identificarli e riportarli alla calma, i due fratelli G. G. e A. G., di origini lituane, aizzarono contro il loro cane pitbull tenuto senza museruola, urlando insulti e minacce che spaziavano dalle terribili conseguenze di un morso del cane, al pagare l’avvocato che gli avrebbe fatto passare i guai. “Avevo in mano lo spray urticante perché uno dei due mi stava aizzando contro il cane – ha riferito in aula uno degli agenti – e quando il fratello mi è venuto contro con l’intenzione di darmi un pugno ho dovuto usare lo spray su di lui”. I due fratelli hanno continuato a negare agli agenti i documenti per l’identificazione, rendendo necessario il trasferimento in Questura. “Erano su due auto diverse perché avevano il cane – ha proseguito l’agente – e tutti e due hanno cercato con calci e pugni di sfondare il divisorio in plexiglas, senza però riuscirci”. L’identificazione di G. G. è stata fatta con le impronte, mentre A. G. alla fine ha indicato la tasca dello zaino dove era tenuta la carta d’identità. A conclusione dell’istruttoria il pubblico ministero ha chiesto la condanna per A. G. a otto mesi e 15 giorni di reclusione, per G. G. a sei mesi e 15 giorni di reclusione. L’avvocato di difesa ha però sottolineato che a detta dell’agente nessun testimone aveva sentito gli insulti pronunciati dai due, un fatto necessario secondo un recente pronunciamento della Cassazione, e quindi i due fratelli andavano assolti da questo reato. Richiesta accolta dal giudice che ha assolto i due dall’accusa di oltraggio, ma li ha condannati per gli altri due reati; G. G. a 15 giorni di reclusione e A. G., che aveva cercato di aggredire l’agente, a otto mesi e 15 giorni di reclusione.