Cuneo – “Ci chiediamo perché Alba Asti Sì, Cuneo-Saluzzo-Savigliano No? Ed il raddoppio della Cuneo-Fossano?”.
L’interrogativo è di Monviso in Movimento che si chiede perché, dopo la sanità e non solo anche sui trasporti ferroviari la Regione a trazione albese favorisca una parte del territorio a scapito dell’altra.
” Siamo felici che l’assessore regionale ai trasporti Marco Gabusi – scrive Monviso in Movimento – abbia annunciato in un comunicato stampa la ripresa del servizio, da settembre 2023 sulla tratta albese astigiana dopo diversi anni di chiusura e dopo che in tanti, dell’attuale Governo Regionale, volevano costruirci sopra una pista ciclabile. Un intervento importante per quest’area patrimonio mondiale Unesco sia per chi lavora quotidianamente, sia per le aziende del territorio, sia per i tantissimi turisti che la frequentano. Apprendiamo anche con piacere che dall’11 luglio (ma perché non prima?) ci sarà un incremento del servizio tra Cuneo e Ventimiglia che al momento è al limite del terzo mondo con un solo treno che compie due andate e due ritorni anche alla luce della chiusura del Tenda”.
Il sovraffollamento si vede nella fotografia allegata scattata sabato 18 giugno alle 14,41 sul treno 22959.
“Non riusciamo però a comprendere il perché non si possano riattivare anche le linee Savigliano – Saluzzo – Cuneo o la Cavallermaggiore – Bra che sono ri-apribili da subito senza particolari investimenti oppure parlare degli interventi per il raddoppio della Fossano – Cuneo. Non condividiamo le politiche portate avanti dall’assessore regionale Marco Gabusi che sostiene ristrutturazioni di orari a parità di chilometri. Un controsenso quando di parla di “sostenibilità” e di scelte “green”. Speravamo che con le risorse del Piano nazionale di Ripresa e resilienza legate alle sperimentazioni della tecnologia ad idrogeno si sarebbe superato il problema dell’elettrificazione. La Saluzzo- Savigliano era infatti stata proposta quale linea pilota per il treno a idrogeno che proprio la Alstom sta sviluppando a Savigliano.
Ci pare che per la metà di provincia, più vicina alle montagne e scarsamente rappresentata politicamente in Regione, sia per l’ennesima volta dimenticata. Quando si parla di transizione ecologica si dovrebbero potenziare i trasporti su rotaia che potrebbero anche alleviare il disagio che abbiamo con una viabilità al collasso, intasata dal traffico pesante, pendolari e trasporto pubblico.
Il treno sarebbe il mezzo più veloce tra Saluzzo e Cuneo (trenta minuti) e con un progetto sperimentale di interscambio rotaia-gomma si potrebbero ottenere degli interessanti risultati. La linea Saluzzo-Savigliano era stata chiusa nel 2012 dalla Giunta Cota, poi riaperta nel 2019 dalla Giunta Chiamparino è stata nuovamente sospesa nel 2020 in occasione del primo lockdown e mai più riattivata anche se alcuni tratti sono utilizzati da treni merci di importanti aziende locali. Il rilancio del trasporto su rotaia è infatti anche stato richiesto, a fine aprile, dal mondo dell’impresa in un tavolo di lavoro organizzato in Provincia.
Se si vuole essere “sostenibili” non solo a parole, ma nei fatti bisogna riaprire queste linee chiuse, implementare i servizi e mantenere quelli che già ci sono. A Savigliano c’è la sede della Alstom ferroviaria, una delle più importanti aziende nella produzione di treni. Saluzzo è un centro cruciale delle vallate alpine, ma è l’unica città delle “sette sorelle” che non dispone di un collegamento ferroviario con Torino. Cuneo è la cerniera che ci porta in Europa e la Cuneo-Ventimiglia- Nizza sono oggi, con la chiusura del Tenda, ancora più strategiche. Non dobbiamo perdere l’ultimo treno dei fondi del PNRR che grazie all’innovazione ci può far recuperare la competitività che serve a Cuneo ed al Piemonte!”.