A Matteo Viglietta. La dedica dice già tanto. È all’inizio del catalogo della mostra, ancora visitabile nel Complesso Monumentale di San Francesco, dal titolo “Mainolfi. Il respiro della terra”. La dedica è all’amico di Mainolfi, suo collezionista, e grande amante dell’arte contemporanea.
Un catalogo di una mostra unica di grandaArte per la rassegna “Help 2022 – Humanity, Ecology, Liberty, Politics” che presenta le fotografie della mostra in situ, in San Francesco, ma anche le prove e le fotografie di una storia lunghissima di un grande artista. Il testo critico di presentazione è di Francesco Poli e poi quasi 150 pagine di fotografie anche di grande formato che parlano da sole.
“Per Mainolfi l’essenza profonda, primaria, animistica della natura nella prospettiva dell’esperienza umana è ancora oggi legata ai territori che affondano le loro radici in una dimensione spazio-temporale di straniante fantastico incanto: dimensione elaborata dall’uomo per esorcizzare le sue paure dell’ignoto e per dare figure e senso alle meraviglie inquietanti del mondo in cui è inesorabilmente immerso. È proprio attingendo a questo straordinario serbatoio di suggestioni che Mainolfi (a partire dalla fine degli anni ’70) ha fondato i presupposti fondamentali del suo linguaggio espressivo caricandolo di nuove energie e tensioni plastiche, riscoprendo un’attitudine figurativa che sembrava ormai senza futuro, e rimettendo in gioco con una incredibile freschezza formale materiali classici, come la terracotta, la pietra e il bronzo considerati come esauriti dal punto di vista delle potenzialità espressive. E ci è riuscito mettendo in atto un originale cortocircuito estetico e culturale (postmoderno ma niente affatto citazionistico) fra echi mitici e ancestrali e continua sperimentazione di stretta sensibilità contemporanea.I suoi lavori fin dall’inizio hanno abbandonato i tradizionali piedestalli per abitare liberi nell’ambiente: si installano e proliferano sui pavimenti e sulle pareti; si sviluppano come fantastici organismi biomorfici e crescono come stalagmiti, colonne o pilastri, anche fino al soffitto; si concretizzano in oggetti (anche sonori) su tavoli; si gonfiano come sfere e si distendono come paesaggi sulle superfici di pannelli a muro. La sua scultura si configura come una narrazione di un mondo favoloso animato da bestie e personaggi gioiosamente mostruosi (orchi, orchesse, apesse, elefantesse, fauni, pseudo-gazzelle e altri); da paesaggi onirici, da alberi e vulcani e montagne; da soli giganteschi e pianeti; da proliferanti città, da strani oggetti, campanacci e battacchi e cozze…”
Mainolfi. Il respiro della terra
a cura di Help grandArte 2022
Primalpe
20 euro