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Venerdì 22 novembre 2024

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Mondovì, a processo due giovani accusati di rapina e ricettazione

L'episodio avvenne al parco della Torretta il 1° aprile dello scorso anno, un giro sulla bici e poi il litigio con le botte per portare via una catenina

La Guida - Mondovì, a processo due giovani accusati di rapina e ricettazione

Mondovì – È proseguito al tribunale di Cuneo il processo per rapina e a carico di due giovani monregalesi, accusati, insieme a due minorenni processati al tribunale dei minori di Torino, di aver picchiato e derubato di una collanina un ragazzo al parco della Torretta di Mondovì il 1° aprile 2021; a carico di uno dei due imputati anche l’accusa di ricettazione perché pochi giorni dopo la rapina aveva rivenduto a un “compro oro” il gioiello rubato alla vittima che, alla scorsa udienza, aveva riferito al giudice di essersi recato al parco con la propria bici elettrica e di averla prestata a uno dei quattro imputati per fare un giro. Quando gli venne riconsegnata però si accorse che gli erano state sottratte le chiavi del lucchetto: alla sua richiesta di riaverle indietro i quattro amici lo avrebbero prima minacciato di prendergli la collanina se non se ne fosse andato subito e poi lo avrebbero picchiato con calci e pugni. I due imputati al processo, S. K. e E. A. E. M., sono accusati di averlo trattenuto per le braccia mentre i due minorenni lo avrebbero picchiato e poi derubato della collanina: “Caddi a terra, mi rialzarono e mi diedero altri pugni alla nuca, una botta con un bastone e poi mi presero la collanina”. All’identificazione di S. K. si era risaliti perché era stato riconosciuto da un ragazzo che aveva assistito alla scena ma che per paura di ritorsioni si rifiutò di effettuare il riconoscimento fotografico e anche in aula ha negato di aver visto S. K. tra gli aggressori, sostenendo davanti al giudice che erano stati i Carabinieri a indurlo a fare il nome dell’imputato. Risalire all’altro imputato era stato semplice, perché il 6 aprile si era recato a un “compro oro” per vendere la collanina, che fruttò 255 euro, e in quell’occasione fornì i suoi documenti alla commessa che poi lo riconobbe anche fotograficamente: “Non ho preso parte alla lite – si è difeso E. A. E. M. in aula -, c’era stato un litigio che io avevo fermato dividendo i ragazzi. Poi chiesi di fare un giro in bici e quando tornai lui si lamentava di aver perso le chiavi, i due ragazzini scherzavano dicendo ‘ce le ho io’ e poi è partita qualche spinta. Qualche giorno dopo i due ragazzini mi avevano chiamato offrendomi 50 euro per vendere una collanina. Avevo bisogno di soldi e accettai. Quando sono stato chiamato dai Carabinieri ho rintracciato i ragazzini e li ho portati in caserma”. Conclusa l’istruttoria il processo è stato rinviato al 23 novembre per la discussione e la sentenza.

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