Centallo – Si è concluso con un’assoluzione per particolare tenuità del fatto il processo a D. M., signora di Centallo denunciata dalla vicina di casa per disturbo della quiete pubblica a causa del continuo abbaiare del suo cane. Nella primavera 2020 la situazione era stata segnalata alla Polizia locale di Centallo che aveva provveduto a diffidare la proprietaria del cane ad adottare tutte le misure necessarie a far sì che l’animale non recasse disturbo al vicinato, ma a fine estate, nonostante la famiglia avesse coperto il recinto con un telo verde, avesse seguito un corso di addestramento e avesse provveduto a fare in modo che il cane non stesse praticamente mai da solo, era comunque partita una denuncia che ha condotto al processo al tribunale di Cuneo. “Abbaiava di continuo – aveva detto la denunciante costituita parte civile in giudizio – tanto che fui costretta ad andare a dormire in cantina, l’unico luogo dove non lo sentivo”.
Nel corso dell’istruttoria era anche stato ascoltato il comandante della Polizia locale il quale aveva riferito che in occasione di alcune richieste di intervento non era stato però riscontrato il continuo abbaiare segnalato come fonte di profondo disturbo, così come altri vicini di casa a cui l’imputata stessa sottopose una specie di petizione per capire se davvero il suo cane dava fastidio e che risposero che l’animale non disturbava. A conclusione dell’istruttoria l’accusa, ritenendo provato il disturbo recato dal cane per un determinato periodo di tempo, ma considerando anche le misure adottate dalla famiglia per contenere il disturbo, ha chiesto per l’imputata la condanna alla pena pecuniaria di 200 euro, richiesta di condanna a cui si è associata la parte civile, mentre la difesa, con l’avvocato Ferruccio Calamari, ha rilevato che solo quattro persone, tra cui la denunciante, avevano lamentato disturbo da parte del cane, il quale non era mai stato sentito abbaiare dagli agenti di Polizia locale in occasione delle numerose richieste di intervento, e non era considerato un disturbo da parte di tutti gli altri vicini: “In quei quattro mesi – ha detto l’avvocato – la famiglia ha adottato tutte le misure necessarie, il cane è stato inquadrato e solo per puntiglio la denunciante ha continuato a dire che il cane dava disturbo”. Il giudice ha quindi respinto la richiesta di condanna, disponendo il non doversi procedere in considerazione della particolare tenuità del fatto (immagine generica).