Cuneo – I Comuni non sanno più che dirsene. Prima la revoca dei contributi annunciata via Pec a 4000 Comuni italiani e i 72 della provincia di Cuneo. Poi la precisazione del Viminale, Direzione Finanza locale, con una lettera inviata dove si afferma che era solo una richiesta di integrazioni e precisazioni che i Comuni dovrebbero mandare al Ministero dell’Interno entro quindici giorni.
Uno spavento passato per molti sindaci soprattutto nei piccoli Comuno montani anche perché molte delle cifre messe a disposizione e che sembravano revocate, i Comuni virtuosi, quelli che si sono affrettati a fare migliorie dei beni pubblici quelle spese le hanno già sostenute e i lavori già fatti o in corso. Erano interventi in campo di efficientamento energetico, installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, opere per lo sviluppo territoriale sostenibile, messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
“Non può funzionare così – sottolinea anche Marco Bussone, presidente nazionale Uncem – soprattutto per piccoli Comuni e Comuni montani, con macchine organizzative ridotte all’osso e senza un quadro normativo istituzionale che definisca come i Comuni possano lavorare insieme, possibile soluzione allo smarrimento e alla solitudine di Sindaci e Amministrazioni. Ecco perché il Testo unico degli Enti locali ha urgente bisogno di una revisione. Si proceda in coda di questa legislatura unendo l’arco costituzionale nel dare nuova forma e fisionomia agli Enti locali, anche dicendo come i Comuni possono lavorare insieme per essere più efficaci, migliori”.