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Lunedì 23 dicembre 2024

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Un artista spinto dalla instancabile febbre della ricerca

Basso Sciarretta un artista cuneese di adozione eclettico e poliedrico. Termoli gli ha appena dedicato una targa

La Guida - Un artista spinto dalla instancabile febbre della ricerca

Basso Sciarretta è nato nel 1921 a Termoli, in Molise, ed è scomparso a Borgo San Dalmazzo nel 2006.
Reduce dalla guerra sul fronte albanese, è risalito in Piemonte ed ha fatto parte della Resistenza, sulle colline di Langa.  Nel luglio 1944 la decisione di unirsi alle formazioni partigiane, al termine di una licenza a Torino, dove risiedeva la famiglia, abbandonando la divisa da Sottotenente dell’esercito. Per circa dieci mesi “Walter” (il nome di battaglia scelto) e i suoi compagni del I gruppo Divisioni Alpine Langhe, al comando di Enrico Martini “Mauri”, combattono tedeschi e fascisti. In uno di quei frangenti Basso Sciarretta viene catturato nella zona di Rocca Ciglié dai militi fascisti. Si salva dalla fucilazione grazie alle testimonianze degli abitanti del luogo, solidali con i partigiani. Nel dopoguerra riprende gli studi interrotti laureandosi nel 1948 in Giurisprudenza, ma non farà mai l’avvocato o il magistrato, bensì l’assicuratore.

Nel 1948, dopo la laurea in Giurisprudenza, ha intrapreso la professione di assicuratore, a cui ha affiancato l’interesse per la pittura, frequentando lo studio di Dante Selva a Torino. La prima mostra personale di Sciarretta è del 1953, allestita insieme al proprio maestro, presso il Circolo Soleri di Torino, con rispondenza critica positiva. Nello stesso anno e in quello successivo è presente in esposizioni nazionali e regionali svoltesi nel Palazzo della Promotrice delle Belle Arti di Torino, ma dal 1955 al 1963 si è diradata l’attività pittorica e si è interrotta quella espositiva; la prima è ripresa in forme nuove e vigorose nel 1964 e la seconda è rilanciata nel 1967, ottenendo immediati e lusinghieri riconoscimenti di critica e di pubblico, ed è in seguito proseguita, copiosa, sino ad oggi con allestimenti di personali e partecipazioni a collettive in varie località principalmente italiane. Le personali postume più recenti si sono tenute nel 2009 all’Art Gallery La Luna di Borgo San Dalmazzo e nel 2010 al Circolo Sociale di Lettura di Mondovì Piazza. A Cuneo, nel 1970, Sciarretta è tra i fondatori del gruppo Antischema e nel 1988 ha dato vita a Milano, con Gio Ferri e Vincenzo d’Azzo, al gruppo Filo Rosso. È stato fino all’ultimo un appassionato e ironico sperimentatore di tecniche artistiche diversissime, dalla pittura ai metalli, dalla ceramica al grès, dai tessuti alla pasta di carta. I suoi quadri a olio su tela e su legno, eseguiti tra il 1949 e il 1953 presentano umili oggetti di studio, povere cose disposte su tavoli o ripiani con equilibrio calibrato e armonia di toni caldi e freddi, in atmosfere silenziose e intrise di luce. Negli oli degli anni Sessanta è protagonista la sola spatola che plasma una densa e corrugata materia pittorica e inscena balletti folcloristici mediterranei o paesaggi del Sud. Nei primi anni Settanta la pittura paesaggistica di Sciarretta evolve in direzione di una stesura a tassellature geometriche di materia colorata, che trovano un naturale sviluppo nella serie degli acquerelli intitolati Assemblaggi. E poi le prime sculture in grès a due fuochi e terracotta, che negli anni Ottanta si presentano in aspetto di figure mitologiche, le opere tessili in lana e cotone, trasformate negli anni Ottanta in realizzazioni di sculture tessili che innovano la tecnica tradizionale dell’arazzo.
È il tessitore di arazzi di lana e ricami intrecciati, – scrive Monica Vignale – l’inventore di fili che s’intersecano come in un tappeto, che si tendono e si ammorbidiscono per creare esplorare forme nuove e vecchi procedimenti artigianali. E’ lo scultore che lavora la terracotta, il grès e la pietra, il legno e il ferro, per ricavarne statue e oggetti, opere d’arte, per saggiare la consistenza dei materiali e attraverso le caratteristiche dei materiali (rispettati sempre nella loro natura, fino in fondo, fino all’ultimo) descrivere il suo tempo, tracciare la linea dei mutamenti che attraversa la sua storia di uomo e il tempo che la racchiude. Eclettico, poliedrico, spinto dalla febbre della ricerca, mosso dalla necessità di sorpassarsi ogni volta: instancabile”.
Negli anni Novanta è la volta dei gioielli in oro ed argento e l’utilizzo di prodotti industriali di scarto, come il nylon, con cui ha creato l’opera intitolata Cascata; le sculture Protoforme in lamiere di ferro liberamente e dall’aspetto volutamente archetipico e primordiale. Infine l’ultima esperienza della charta figurata, in forma di composizioni astratte di materia colorata ottenuta con impasti di carta a mano: una pittura che si fa scultura in rilievo, di leggera e delicata espressività, tutta giocata su accostamenti e sovrapposizioni che sin dai titoli stessi emulano atmosfere musicali.

Si spegne a Borgo San Dalmazzo il 26 gennaio 2006. I resti, per sua esplicita volontà, riposano nel cimitero della piccola località langarola di Rocca Ciglié, in riconoscenza per la gente di quel paese che gli salvò la vita.

Il 25 aprile scorso, in occasione della Festa della Liberazione, la sua città natale – Termoli, in provincia di Campobasso – lo ha ricordato apponendo una targa in via Adriatica 7, sulla casa dove Sciarretta nacque il 18 marzo 1921.

 

MARE 1973 olio su tela, Basso Sciarretta

Momento 23 – arazzo 1985, lana e seta, Basso Sciarretta

Incastri 3 Chrata seconda, Impasto a carta a mano 1998, Basso Sciarretta

Sacerdotessa, gres a due fuochi, 1985, Basso Sciarretta

targa ricordo

Basso Sciarretta targa ricordo a Termoli

Basso Sciarretta

Basso Sciarretta

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