Mondovì – Dopo avergli nascosto le chiavi del lucchetto della bicicletta e averlo minacciato di rubargli al collanina, lo avrebbero picchiato in quattro e derubato del gioiello che poi fu rivenduto pochi giorni dopo a un negozio “compro oro” della città.
Con l’accusa di rapina aggravata sono stati rinviati a giudizio S. K. e E. A. E. M., due dei quattro ragazzi individuati come i responsabili dell’aggressione ai danni del monregalese N. G.
Il terzo era minorenne ed è stato rinviato a giudizio al tribunale dei minori mentre il quarto non è stato identificato. Il pomeriggio del 1° aprile 2019 l’uomo si era recato al parco della Torretta con la sua bicicletta e stava bevendo una bottiglia di birra quando ci fu l’incontro il gruppo dei quattro; qualche parola di troppo e una prima discussione subito sedata cui seguì il prestito della bicicletta a E. M. per farsi un giro.
“Mentre ero seduto a terra a bere la mia birra uno si avvicinò per rubare la chiave del lucchetto – ha riferito in aula la parte la vittima della rapina – e poi dissero che se non me ne fossi andato mi avrebbero preso la collanina. S. K. e E. A. E. M. mi tenevano fermo e gli altri due mi picchiarono con calci e pugni. Caddi a terra, mi rialzarono e mi diedero altri pugni alla nuca, mi diedero una botta con un bastone e poi mi presero la collanina”.
Alla scena aveva assistito un amico della vittima che qualche giorno dopo lo chiamò al telefono per dirgli il nome di uno dei quattro che lo avevano aggredito, ma quando fu chiamato dai Carabinieri per confermare quanto aveva visto al parco quel pomeriggio, il giovane disse che aveva riconosciuto S. K. ma per paura di ritorsioni si rifiutò di effettuare il riconoscimento fotografico.
Anche in aula ha negato che S. K. fosse uno degli aggressori, sostenendo che i Carabinieri volevano fargli accusare il ragazzo ma lui non voleva. Nel frattempo i Carabinieri avevano rintracciato il gioiello che la mattina del 6 aprile era stato venduto al negozio “compro oro” della città; la commessa aveva acquistato la collana al prezzo di 255 euro e aveva tutti i documenti di E. A. E. M., che ha riconosciuto come il venditore che aveva anche sottoscritto l’attestato di proprietà del gioiello: “Quando lo abbiamo recuperato al negozio – ha riferito il comandante della stazione di Mondovì – abbiamo notato che aveva il fermaglio danneggiato”.
Poi ha deposto anche S. K., uno dei due imputati, il quale ha riferito di aver discusso con N. G. ma di essersi poi tenuto lontano dalla successiva lite per via delle chiavi del lucchetto e di non sapere niente di quella collana.
L’udienza è stata rinviata al 27 maggio per la conclusione dell’istruttoria.