Cuneo – Si è concluso al tribunale di Cuneo il processo per accertare la responsabilità per le lesioni riportate da B.G. un signore di Saluzzo, investito il 5 settembre del 2019 nell’abitato di San Benigno. Di quell’incidente l’uomo ricordava poco perchè dopo essere stato investito mentre attraversava la strada diretto al bar, riportò una lesione cerebrale che gli causò la perdita della memoria e poi una trombosi profonda, la rottura dei tendini e i legamenti crociati e perse alcuni denti. L’uomo era solito andare al bar della frazione dopo essersi occupato del terreno che aveva a Roata Rossi. Quel giorno pioveva molto forte e mentre attraversava la strada G.B. venne investito dall’auto guidata da C.M. che aveva sterzato nella corsia opposta per evitare un furgone parcheggiato proprio davanti al bar. L’uomo venne completamente risarcito dall’assicurazione e C.M. ha scelto di accedere al rito abbreviato per definire la propria posizione processuale. Ha invece scelto il rito ordinario L.O., il conducente del furgone parcheggiato davanti al bar, perchè secondo l’accusa, con quella manovra avrebbe contribuito a provocare l’incidente. Dalla testimonianza dell’agente di Polizia intervenuto sul posto infatti, in quel punto c’era il divieto di sosta, la carreggiata era divisa da una striscia continua e il furgone per fermarsi nella posizione in cui era stato trovato, aveva attraversato la carreggiata con una manovra che non avrebbe potuto fare. Tutti e due i coimputati vennero multati, ma restava da capire se con quel parcheggio il furgone aveva di fatto compromesso la visibilità della Fiat Panda che investì B.G.
A conclusione dell’istruttoria il pubblico ministero Alessandro Borgotallo aveva chiesto la condanna per entrambi gli imputati, 2 mesi e 20 giorni per M.C. che aveva investito il pedone e 4 mesi per il conducente del furgone parcheggiato davanti al bar; la condotta di entrambi è stata definita dal pubblico ministero “imprudente e negligente perchè la segnaletica era usurata ma non impercettibile, e perchè quando la visibilità è ridotta a zero ci si deve fermare. Il furgone poi aveva precluso la visibilità a chi passava in auto”.
Una conclusione, questa, contestata dalla difesa del conducente del furgone, secondo cui non era stato possibile dai rilievi della Polizia stabilire con certezza a che distanza dal furgone stesse attraversando il pedone e inoltre l’ingombro della carreggiata da parte del mezzo era solo parziale, sufficiente comunque a garantire la visibilità per schivare il pedone. La difesa del conducente della Fiat Panda ha sottolineato invece la ridotta velocità dell’auto e il fatto che il pedone aveva attraversato fuori dalle strisce. Il giudice ha accolto la richiesta di condanna a 2 mesi e 20 giorni, con pena sospesa, per l’investitore di B.G. mentre ha assolto il conducente del furgone per non aver commesso il fatto.