Limone – Domani, 22 aprile, è in programma la prima volata sul versante francese del Tenda bis. Riprenderanno quindi, dopo poco meno di cinque anni di attesa, gli scavi con l’utilizzo di esplosivo sul fronte della galleria che l’impresa Fincosit, nel 2017, aveva portato a 493 metri di profondità.
Lo smarino ricavato, costitituito da anidridi (rocce contenenti solfati), per la sua natura è destinato ad un centro di smaltimento ad Asti. Migliaia di metri cubi di materiale che viaggeranno su camion con costi economici e ambientali grandi.
Sul lato Italia, invece, ieri si è ripreso a scavare dopo oltre due settimane di sospensione. Un’interruzione dell’avanzamento della galleria determinata dalla presenza di una roccia friabile che ha richiesto lavorazioni particolari per procedere in sicurezza. L’avvio dello scavo è ripartito dai 1475 metri dall’imbocco. Un avanzamento della progressione della perforazione lento, pari a meno di un metro e mezzo al giorno dal 3 novembre scorso, data di riapertura del cantiere in galleria dopo un anno di fermo a causa dell’alluvione del 2020.
Nonostante l’andamento dei lavori non sono state annunciate da Anas modifiche al cronoprogramma che fissa a ottobre 2023, l’apertura al transito della nuova canna del valico internazionale, e nel 2025, quella ricavata dall’alesaggio del traforo storico.
Per quanto riguarda le altre attività in corso, riferisce Anas: “Continua l’esecuzione dell’arco rovescio per un’estensione che ha raggiunto i 166 metri. Proseguono inoltre gli scavi dei bypass pedonali al km 1,5 e al km 1,8 e del bypass carrabile al km 1,22, quest’ultimo prossimo al completamento. Avanza anche la rimozione degli impianti all’interno del tunnel storico e sono state avviate le attività preparatorie per l’esecuzione della berlinese e il consolidamento dell’imbocco lato Italia, interventi necessari per poter procedere con le operazioni di alesaggio. Prosegue infine l’affinamento del progetto esecutivo per la parte relativa ai lavori suppletivi e alle modifiche progettuali in seguito agli eventi alluvionali di ottobre 2020”.
Entro aprile gli studi tecnici incaricati completeranno la campagna di sondaggi geognostici nella parte alta del Vallone della Cà, propedeutici alla costruzione del nuovo viadotto a campata unica di 70 metri, in sostituzione dei due pronti distrutti dalla frana causata dalla tempesta Alex.
L’infrastruttura, in acciaio con arcate ricurve, progettata dall’impresa Edilmaco con la supervisione di Anas, sarà realizzata dopo il consolidamento della frana e la profilatura dei versanti del Vallone della Cà. La costruzione del ponte dovrebbe essere intrapresa a ottobre.
Per la realizzazione delle varianti di progetto necessarie in seguito all’alluvione 2020 sono stati messi a disposizione ulteriori 76 milioni che portano il costo complessivo dell’opera a 254 milioni.