Claudio Diatto nasce a Torino nel 1953. Dopo il diploma al Liceo Artistico dell’Accademia Albertina frequenta la Facoltà di Architettura del Politecnico torinese. Agli inizi degli anni ’80 segue un percorso di formazione in Francia, dalla Galerie Fersen di Antibes alle mostre di Parigi con la Galerie Le Breton, sino alla rassegna nel Museo Nazionale di Saint-Jean a Nogent-le-Rotrou. Dagli anni Novanta vive e lavora stabilmente a Dogliani, tenacemente proteso alla ricerca di un codice iconico ispirato ai ritmi del paesaggio di Langa. Presente sulla scena artistica dal 1972, propone il suo lavoro per cicli. Nel 1982 edita Luna di Langa la sua prima cartella di serigrafie. Nel 1996 realizza su invito la serigrafia Il sogno di Luigi che celebra il trentennale del Gruppo Abele. Nel 1997 concepisce Opera visionaria: viaggio immaginario di un artista attraverso scene e costumi per La Traviata, Carmen, La carriera di un libertino e Cenerentola, per il Teatro Carlo Felice di Genova.
“Ogni soggetto – scrive Cristiana Lelli – prende forma grazie ad un minuzioso gioco di sovrapposizioni: l’intero è scomposto e restituito in precisi intagli di carta, incollati strato su strato. E tra ogni strato si insinua la luce creando accattivanti giochi di ombre. Il canto e il sogno i motivi conduttori di questa selezione di opere di Diatto, scelte tra le cinquanta di cui si compone “Opera visionaria”: un lavoro grandioso, ispirato a quattro opere liriche La Traviata, Carmen, La Carriera di un libertino e La Cenerentola. Per ogni opera la creazione dei costumi dei personaggi principali e la costruzione delle scene e questo per sei mesi di intenso lavoro, durante i quali Diatto ha inoltre realizzato una cartella di quattro serigrafie in sessanta esemplari. La solennità della lirica, modulata dalla morbidezza del sentimento o esasperata in tragedia si rarefà nelle immagini di Diatto in atmosfere oniriche sospese o si traduce in toni delicati e giocosi. E si apre ad accogliere i segni consueti con cui si concreta l’immaginario di Diatto: il bosco, il vascello con il suo fumaiolo, la luna legata a terra, l’orologio”.
Un percorso complesso, vissuto con profonda passione, che nel 2009 confluisce nel ciclo Le Mani Fertili con la serie dei papercut: carte pregiate intagliate e poi dipinte. Sono proprio i lavori in papercut a valergli l’invito per due esposizioni personali in Cina, a Pechino e Tianjin, nel 2011. Il contenuto dei suoi lavori, attraverso pittografie neopop, gioiose e coloratissime, vuole ribadire il concetto di arte intesa come terapia contro i mali esistenziali, un atteggiamento ludico che intende comunicare in modo diretto e sereno il rapporto inalienabile dell’uomo con la natura.
“È un messaggio universale quello lanciato da Diatto, – dice Elena Correggia – che non impone tuttavia una lettura univoca. Il suo codice artistico, lungi dal volere catturare la scena con un assolo, mette a disposizione dello spettatore una serie di riferimenti simbolici positivi, consentendo a ciascuno di individuare la propria sinfonia, seguendo la direzione cromatica e narrativa più congeniale. Questo dialogo continuo fra chi crea e chi guarda rimanda ad una dialettica intrinseca all’opera. L’entusiasmo pittorico decantato all’interno di una meditata griglia grafica celebra così l’incontro fra ragione e sentimento, costruendo le fondamenta sensibili di una “architettura dei sentimenti” che nulla concede a sovrabbondanze decorative, rispondendo esclusivamente ad un’urgenza interiore, schietta e profonda. Nessuna sovrastruttura e nessun orpello sono inseriti in un contesto appagato dall’equilibrio visivo ed espressivo, premio di uno studio paziente. Senza toni aulici o lezioni magistrali, scegliendo di toccare le corde della “poesia delle piccole cose”, l’autore dipinge l’anima del mondo e ci invita ad abbandonare atteggiamenti intellettualistici per ritrovare lo stupore del vero. Non è necessario andare su Marte o sulla Luna – sembra svelarci, ironico e giocoso: possiamo volare anche sulla Terra, se il nostro vocabolario va a scuola di speranza. Solo allora dalle nostre “mani fertili” sgorgheranno spremute di arcobaleno e suoni luminosi”.
Alcune opere di Claudio Diatto sono in mostra a Bene Vagienna fino al 26 giugno nella Cella della Torre Campanaria della Parrocchiale con la mostra “Nel bosco” vistabile nei giorni festivi dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.