Vinadio – I Carabinieri della stazione di Vinadio hanno arrestato due cittadini pakistani di 30 e 24 anni, entrambi residenti in Francia, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I fatti risalgono alla tarda serata di martedì 5 aprile, quando una pattuglia dei Carabinieri di Vinadio, nel corso dei frequenti servizi di controllo finalizzati al contrasto del fenomeno del trasporto oltre confine di clandestini da parte dei cosiddetti “passeur”, hanno incrociato una monovolume che procedeva a velocità sostenuta sulla statale 21 verso il confine di Stato. Dopo un inseguimento durato alcuni chilometri, i militari sono riusciti a bloccare il mezzo trovandovi all’interno 7 persone (di età comprese tra i 20 e i 40 anni), 2 sui sedili anteriori, 4 su quelli posteriori ed uno nel bagagliaio, raccolto nel vano della ruota di scorta in mezzo a vari bagagli.
Le precarie condizioni generali in cui sono stati trovati i trasportati hanno spinto i Carabinieri ad accompagnare tutti i presenti in caserma per rifocillarli, offrendo loro cibo e bevande, e delineare nel frattempo i ruoli di ognuno. Gli accertamenti effettuati hanno permesso di stabilire che l’autista e il passeggero del mezzo sarebbero stati gli accompagnatori degli altri 5, tutti di nazionalità pakistana, i quali confidavano di potere raggiungere clandestinamente la Francia dopo avere pagato ai due circa 300 euro a testa.
Alla luce di quanto emerso, i due “passeur” sono stati arrestati per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso” e condotti presso la casa circondariale di Cuneo.
Si tratta solo dell’ultimo di una serie di episodi che negli ultimi mesi hanno visto diversi cittadini extracomunitari tentare di raggiungere clandestinamente la Francia con mezzi di fortuna, anche nascondendosi all’insaputa dei rispettivi autisti, su Tir erroneamente ritenuti diretti oltre confine.
Le indagini su quest’ultimo caso sono in corso di sviluppo, potendo emergere in futuro elementi di segno contrario rispetto a quelli sino ad ora raccolti, a favore quindi degli indagati, da presumersi innocenti sino a quando non sia pronunciata sentenza di condanna definitiva.