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Giovedì 26 dicembre 2024

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Muore a Busca don Michelangelo Aimar, missionario salesiano in Bolivia

Era a San Vitale di Busca in famiglia dall'ottobre scorso, era stato 44 anni missionario, i funerali martedì 12 aprile alle 15

La Guida - Muore a Busca don Michelangelo Aimar, missionario salesiano in Bolivia

Cuneo– È morto ieri, domenica 10 aprile nella casa dell sua famiglia a San Vitale di Busca, don Michelangelo Aimar, salesiano, missionario in Bolivia per ben 44 anni. Un anno fa la comunità di Cuneo lo salutava ancora per la sua ultima partenza verso l’amata Bolivia da cui è ritornato nello scorso ottobre a causa di un tumore. Padre Michelangelo, che tutti in Bolivia chiamavano don Miguel Angel, era nato nel 1945 a Busca da padre argentino e madre italiana  in una famiglia molto religiosa e conosciuta in città, nono di 11 figli, 6 fratelli e 5 sorelle, dove il papà Giuseppe, scomparso nel 2002 a 99 anni, fu consigliere e assessore comunale. Salesiano dal 1964 era stato ordinato sacerdote nel 1975. Nel 1977 era partito per la bolivia andando a fondare la missione a cui da sempre Cuneo è molto legata ovvero Kami. Don Michelangelo, che aveva anche due sorelle suore della Carità di Santa Giovanna Antida, ora defunte, è entrato in seminario a Chieri nel ‘57, seguendo le orme di uno zio missionario in Colombia. Dopo l’ordinazione, ha lavorato due anni al convitto civico in Cuneo vecchia, poi è partito per un gemellaggio avviato dai Salesiani di Torino e Cuneo nel 1977 a Kami, in Bolivia. Dopo un periodo di permanenza a Kami, per 9 anni don Michelangelo ha lavorato in un’altra missione vicino al lago Titicaca, ai confini con il Perù; poi per 5 anni nella zona della foresta amazzonica e poi era tornato a Kami.

In un’intervista all’agenzia salesiana aveva raccontato propro a ottobre al suo rientro in Italia parte della sua esperienza: “Ho vissuto un’infanzia festosa – dice don Aimar -, in una famiglia numerosa. Quando avevo cinque anni, il fratello minore di mio padre tornò dalla Colombia, dove era stato ordinato sacerdote salesiano. Mi fece una tale impressione che anch’io volevo essere come lui, anche se all’epoca non capivo bene cosa volesse dire. Quando avevo 11 anni, uno dei miei fratelli decise di entrare nella casa di formazione salesiana e, su mia richiesta, mio padre scrisse al direttore perché potessi entrare anch’io. Il 16 agosto 1964 ho emesso la mia prima professione religiosa come salesiano di Don Bosco, nelle mani del quinto successore di Don Bosco. Dalla mia comunità in Italia mi hanno aperto la possibilità di andare in Bolivia, per rafforzare un gemellaggio tra comunità e potermi fare carico dell’animazione missionaria. Mi sono offerto volontario per fare questa esperienza e ho seguito un periodo di formazione per capire meglio il tipo di lavoro che si svolge in una missione straniera. Così, il 27 aprile 1977, il Superiore mi chiamò e mi informò che sarei partito per la Bolivia”.
E poi l’arrivo a Kami nel dipartimento di Cochabamba in Bolivia, un labirinto di montagne che vanno dai 3000 ai 4600 metri, con un centinaio di comunità campesine. E ricordava “La notte di Natale del 1977 ho celebrato la Messa, in una piccola tenda. Ricordo che verso le ore 19 incontrai un gruppo di persone e alcuni bambini che mi stavano aspettando. In quella tenda non c’erano nemmeno un tavolo o una sedia e l’altare altro non era che le mani dei bambini che erano lì. Ricorderò sempre questa prima esperienza perché è stata molto significativa per la mia vita sacerdotale. Nella comunità di Kami abbiamo iniziato solo con una piccola casa, con tre stanze e un bagno. Uno dei primi compiti è stato quello di apportare miglioramenti al luogo in cui la comunità avrebbe vissuto per tutto questo tempo”.

Questa sera si terrà il rosario alle 20 nella chiesa parrocchiale di San Vitale e domani martedì 12 aprile i funerali alle ore 15. La salma proseguirà per il tempio crematorio di Magliano Alpi. Lascia il fratello Natale, le sorelle Vittoria, Assunta e Agnese e i nipoti.

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