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Giovedì 21 novembre 2024

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Rissa in discoteca, prosegue il processo per lesioni

Una serata con una discussione davanti a un supermercato a Cuneo e poi l'aggressione in un locale alle porte della città

La Guida - Rissa in discoteca, prosegue il processo per lesioni

Cuneo – “Quella sera ero appena arrivato in discoteca con i miei amici e mi dissero che quel ragazzo aveva litigato con un mio amico, era ubriaco e si erano picchiati; io  l’ho visto portare via dal 118, mentre il mio amico era sporco di sangue e mi ha confermato i i fatti”, con queste parole W.B.S. ragazzo di origini tunisine residente a Chiusa Pesio ha rigettato l’accusa di essere stato lui ad aver picchiato un 23enne di Mondovì la sera del 16 marzo 2019 all’interno della discoteca Colibrì insieme ad altre persone. Un pestaggio organizzato, secondo le carte dell’accusa, per vendicare un violento battibecco che i due ragazzi avevano avuto poche ore prima davanti al supermercato Carrefour di corso IV Novembre. La presunta vittima del pestaggio era alle casse del supermercato con un amico e gli venne indicato un gruppo di  ragazzi tra cui W.B.S., che pochi giorni prima aveva schiaffeggiato un suo amico, “uscii dal supermercato e  avvicinandomi gli dissi di lasciar perdere quel mio amico, lui mi afferrò la testa e mi tolse gli occhiali come in segno di sfida, affrontandomi faccia a faccia”. “Lui mi aveva spinto e io gli tolsi gli occhiali – ha dichiarato W.B.S. – e gli diedi uno schiaffo dopo che lui mi aveva spinto nuovamente. Non c’era mai stato nessuno dissapore con quel ragazzo, ma non volevo farmi mancare di rispetto davanti ai miei amici da uno che neanche conoscevo”. I due ragazzi rientrano nel supermercato, gli animi si calmarono e il gruppo si allontanò. Più tardi però alla discoteca Colibrì i due si sarebbero incontrati di nuovo e, secondo l’accusa, c’era anche W.B.S. nel gruppo di una decina di persone che picchiò il giovani monregalese. Il ricordo del pestaggio è stato affidato agli amici della vittima, poiché di quella serata il giovane ricordava solo che W.B.S. aveva un cappellino rosso e che il giorno successivo lo avrebbe contattato su Instagram per ripetergli che lui non c’entrava niente col pestaggio. Gli amici dell’imputato hanno invece dichiarato che erano arrivati tutti in discoteca solo dopo la mezzanotte, quando c’erano già ambulanza e carabinieri. Dopo la deposizione dell’imputato e degli ultimi teti di difesa il processo è stato rinviato a giugno per la discussione.

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