Cuneo. Oggi, giovedì 31 marzo, è il suo ultimo giorno in Comando: dopo 42 anni di servizio va in pensione Caterina Michelotti, ispettore Capo della Polizia Locale di Cuneo. Con lei se ne va un pezzo di storia di quel Comando: fu la prima vigile urbano donna in città, entrata in servizio, ventunenne, nel febbraio del 1980.
Allora una donna con la divisa non era questione di poco conto. “Mia madre mi disse del concorso – racconta -: era il primo aperto alle donne che per la prima volta potevano indossare una divisa. C’era molta curiosità sull’argomento. Partecipammo e vincemmo io e la mia amica e collega di sempre, Loredana Mandrile, che ora è già in pensione da tre anni. Eravamo state compagne di classe alle Magistrali De Amicis, a Cuneo. Avevo studiato per fare la maestra e mi ero anche iscritta all’Università, per diventare professoressa di lingue. Poi ci fu quel concorso, aperto alle donne, e volli provarlo. Più per curiosità forse che per convinzione. Lo vinsi ed il resto sono 42 anni di servizio”.
La sua è stata una carriera varia, senza molto tempo per annoiarsi: in questi ultimi anni, si è occupata di ordinanze, occupazione suolo pubblico, cantieri e manifestazioni. Ma negli anni ha attraversato molti dei settori di competenza della Polizia Municipale, dall’ufficio infortunistica, al commercio, e poi ancora animali abbandonati, ecologia, contenziosi, ricorsi, segnaletica.
Tante le soddisfazioni e troppi i ricordi di questi 42 anni di vita al Comando, nella sua seconda casa di via Roma 6, per sceglierne qualcuno. Sicuramente però, il bilancio è più che positivo: “Devo dire che sono stati anni bellissimi, a volte difficili, non lo nascondo. A volte più belli e a volte meno belli, ma tutto è servito e tutto è stato in un qualche modo legato e parte di una esperienza arricchente, senza dubbio – racconta -. Ho incontrato molte persone in questi anni, tante non ci sono più, purtroppo. Ma ho ricordi che mi porterò con me in questa mia nuova vita, che inizia dal 1° aprile”.
Delle tante esperienze vissute, dovendo sceglierne una, Caterina ricorda con particolare entusiasmo l’Adunata degli Alpini, quando un fiume di penne nere invase la città, nel 2007. Tanto lavoro per il Comando, ma anche tanta soddisfazione. “A livello lavorativo fu una grandissima soddisfazione gestire quell’evento, lo ricordo con molto piacere. Ma ce ne sono stati anche altri in questi anni, magari meno di impatto, ma ugualmente fonte di soddisfazioni” spiega.
Dal 1° aprile Caterina lascerà quella divisa che ha portato per 42 anni e che può dire di aver indossato da prima donna in città. Inizierà una nuova vita, senza fare troppi programmi. Per ora si godrà il momento. Sarà un nuovo capitolo. I figli, ormai già grandi, la casa, a Borgo San Dalmazzo, la famiglia e le amicizie. Ci sarà più tempo per tutto.
“Se mi guardo indietro mi considero una donna fortunata, perché ho fatto un lavoro che mi ha appassionata. Credo che nella vita dobbiamo imparare a farci guidare più dalla passione, poi guardando indietro non ce ne pentiremo – conclude -. Ora mi sento solo di dire grazie. A tutti quelli con cui ho avuto a che fare”.