Cuneo – “Un intervento piuttosto articolato”, questa la definizione dell’agente della Questura di Cuneo per descrivere la situazione che insieme al collega dovette affrontare nella notte del 17 maggio 2019, quando dalla centrale arrivò la richiesta di intervento in via Gobetti. Al piano ammezzato gli agenti trovarono il signor C.F. molto agitato e con un vistoso segno di arrossamento sulla guancia. L’uomo era in casa e raccontò di aver avuto una discussione con la vicina che abitava proprio di fronte a lui. Suonando all’appartamento della signora R.C.D.O., imputata di violazione di domicilio, furto e lesioni aggravate, gli agenti vennero accolti dalla donna che teneva in mano una bottiglia di birra: “Sembrava bevuta, l’alito era alcolico, alternava momenti di quiete a stati di agitazione e non era molto collaborativa”. Gli agenti cercarono di riportare la calma fra i due litiganti e dopo aver detto alla donna di restare in casa, dissero all’uomo cosa doveva fare in caso di denuncia e se avesse bisogno di cure mediche. L’uomo rispose che se la vicina si fosse comportata bene, lui non avrebbe denunciato e disse che non voleva assistenza sanitaria.
Dopo neanche due ore, la pattuglia ricevette dalla centrale operativa un’altra richiesta d’intervento in via Gobetti. “Questa volta il signor C.F. ci aspettava in strada – ha detto l’agente – a 200 metri da casa, aveva le pantofole ai piedi e ci raccontò che era dovuto scappare dalla finestra del bagno. Non notammo segni di lesioni, ma lui questa volta fece ricorso alle cure mediche con un referto di 5 giorni”.
Dopo averlo riaccompagnato a casa, gli agenti notarono che c’erano dei segni sulla porta di casa: “C’erano delle scalfitture di 8 centimetri fatte con oggetti acuminati”.
Il processo è stato rinviato al 5 luglio per ascoltare la parte offesa e per la conclusione dell’istruttoria.