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Lunedì 4 novembre 2024

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L’iperrealismo e la pittura soprattutto come racconto cromatico

Daniele Fissore, un pittore saviglianese con 50 anni di carriera internazionale

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Daniele Fissore se ne è andato troppo presto. È morto cinque anni fa, era l’8 marzo, a 70 anni, dopo una lunga carriera artistica che lo ha visto come ambasciatore cuneese, era saviglianese, nel mondo.
Daniele Fissore nasce nel 1947 a Savigliano. Inizia come autodidatta la sua carriera artistica. Nel 1975 partecipa alla X Quadriennale di Roma e nel ‘76 alla Biennale del Disegno di Milano. Una costante evoluzione dei primi temi pittorici (Cabine telefoniche, Opposizioni, Ricognizioni, indagati con un’analisi approfondita di forte ispirazione fotografica) lo porta alla figura umana e al ritratto. Nel 1980, Fissore si trasferisce a Londra, dove i suoi lavori convincono la critica inglese e gli valgono la concessione di uno studio londinese dal governo britannico. Qui sviluppa e perfeziona la serie dei “Picnic” esposti alla House Gallery nel 1981, che anticipano le successive sperimentazioni volte allo studio dei rapporti tra la figura e il paesaggio. Tornato in Italia, intensifica l’attività espositiva, con numerose mostre personali e collettive. Da un’impostazione fortemente realistica sui temi duri, di opposizione e introspezione, Fissore passa alla tematica rasserenante dei “Green”, dei Golf e dei Mari, attraverso i quali esplora e approfondisce gli aspetti emozionali ed immaginifici del paesaggio, fino ad estraniarlo dalla sua matericità, per restituirlo in brani quasi astratti, con una trama di onde, luci, riflessi. Lega la sua ricerca artistica all’importante galleria torinese La Bussola e conosce un grande successo di pubblico e l’apprezzamento di una critica attenta (Poli, Beatrice, ecc.).
“E sono proprio i delicati verdi, gli azzurri, i delicati gialli, – dice Angelo Mistrangelo – che sottolineano questo suo mondo che ha il fascino di una visione aerea e, soprattutto, un senso di oggettiva registrazione dell’ambiente che, in ogni caso, diviene rappresentazione del vero, di una struttura architettonica risolta con rigore”.
Nel 1993 con una personale dedicata ai “Grandi formati”, svela le modalità del suo lavoro, accostando alle edizioni maggiori i bozzetti a carbone. Nel 2001 interrompe l’attività espositiva e prosegue la ricerca pittorica rinnovando l’interesse per i “Grigi” degli esordi.
Nel 2006 nel suo percorso di ritorno ai soggetti ori- ginari, riprende anche il tema dei monumenti dedicati agli eroi risorgimentali ed iniziato nel 1985, con bozzetti e dipinti inediti dedicati al monumento di Santorre di Santarosa della omo- nima piazza di Savigliano. In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia riceve dagli Enti Pubblici piemontesi un importante incarico per la decorazione di una vasta zona del Parco Dora a Torino dove, nel 2011, presenta, riprodotti in scala urbana (560 mq di dimensione), i dipinti originali del ciclo degli Eroi, in genere mutuati dai monumenti piemontesi degli eroi del Risorgimento. Si tratta del progetto “Eroica”. Attraverso un uso del colore fortemente pittorico, Fissore sottolinea aspetti psicologici ed uma- ni dei vari personaggi indagati. Attualmente, sta riprendendo e ampliando la riflessione sugli ambienti dei picnic, esempi di convivialità in natura.
“Le radici di Fissore – commenta Hetty Einzing – sono effettivamente più nella pittura metafisica, negli esseri incorporei, nell’atmosfera inquietante e trasformata di De Chirico o perfino Magritte: la schiena dell’uomo nella camicia verde seduto sull’erba ci fissa, ciascuna piega trascritta meticolosamente mentre gli elementi del picnic rimangono cubi e coni lasciati schizzati nella seppia del fondo. Spesso ricavati da foto i quadri hanno il focus dolce, i toni gialli e la lucidità irreale dell’istantanea degli anni trenta e come tali istantanee ravvivano e allo stesso tempo frustrano il desiderio di comporre una visione completa della realtà. Le teste sono tagliate fuori dal margine del quadro, le schiene bloccano la vista e segmenti di lucidi gomiti e di vestiti di cotone ci infliggono il supplizio di Tantalo”.
“Il quadro – conclude Giorgina Bertolino – nasce e cresce sulla memoria e imprigiona, oltre allo sguardo, ogni altro senso, dando origine ad una evocazione complessiva Fatta anche di suoni e di odori. Operazione sottile questa, e sempre soltanto suggerita con una discrezione che lascia aperto lo spazio emozionale e mentale dello spettatore. L’immagine è il taglio scolpito di un attimo infinito e puntuale, il paesaggio vero e probabile in quanto percepito, garantito nell’atto dell’essere pensato e ricordato”.

Fino al 30 maggio a Palazzo Muratori Cravetta di Savigliano è posisbile vedere 50 opere che ripercorrono tutta la carriera del grande artista piemontese “Daniele Fissore pittore iperrealista” curata da Francesco Poli. Il percorso è corredato dalla presenza di una serie di opere giovanili inedite provenienti da collezioni private e dall’archivio degli eredi. L’esposizione è arricchita da una parte multimediale e da una sensoriale. Un video da scaricare sul proprio cellulare per seguire la narrazione di questo artista che si racconta in prima persona e realizzato nel 2016 dalla videomaker Federica Borgato. Sabato e domenica ore 10,30/18,30.

Daniele Fissore, Tennista, Acrilico su carta d’arche, 2013

Daniele Fissore, Video spento, acrilico su tela, 2008

Daniele Fissore, Ricognizioni, autoritratto, acrilico su tela, 1976

 

 

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