Fossano – “Mi diceva che non capivo niente, che avrei dovuto andarmene, un giorno mi tirò in faccia un pezzo di impasto di pane. Quando non mi trattava male era perché mi ignorava completamente e alle mie domande faceva rispondere da altri”: sono queste alcune delle accuse che l’impiegata di un panetteria fossanese ha lanciato contro il suo ex datore di lavoro, M. F., accusato di maltrattamenti sul luogo di lavoro per una serie di episodi che si sarebbero verificati tra il 2019 e il 2020. La donna di origini romene lavorava in quella panetteria dal 2003 e le cose non erano sempre andate così male, ha raccontato al giudice: “Nel 2018 aveva iniziato una trattativa con due miei ex colleghi per la vendita dell’attività, che però poi non andò a buon fine. I due colleghi se ne andarono, uno ha aperto una propria attività, e il mio capo ha assunto due nuovi impiegati; da allora è tutto peggiorato”.
A complicare la situazione anche il fatto che i due nuovi colleghi della donna avrebbero riso e condiviso questo atteggiamento del titolare: “Quando mi tirò in faccia l’impasto – ha riferito la donna in aula – io piansi, il titolare mi aggredì dicendo cosa avevo da piangere e uno dei due nuovi colleghi mi disse che avevo 40 anni e non avevo ancora figli e fosse stato in me si sarebbe suicidato”.
Questa situazione provocò un fortissimo stress alla donna che non riusciva più andare al lavoro per frequenti attacchi di panico in cui le mancava il respiro, e che dopo molti mesi di malattia perse il lavoro. A metà marzo, al rientro da un intervento chirurgico al piede, la donna avrebbe trovato il capo arrabbiato perché si era fatta operare nel periodo di carnevale in cui c’era parecchio lavoro da svolgere: “Mi allontanò mentre stavamo lavorando sullo stesso impasto perché non mi voleva vicino, io indietreggiai spaventata mentre lui urlava fino a chiudermi in un angolo dicendo che me l’ero cercata. Presi le mie cose e uscii e lui mi accusò di allontanarmi senza permesso”.
All’udienza ha anche deposto il marito della donna, il quale ha parlato di un cambiamento improvviso, dal momento che quando i due ex colleghi si licenziarono, il titolare venne a trovarli a casa per assicurarsi che lei restasse dato che la considerava un valido elemento.
In aula ha parlato anche uno dei due ex colleghi che avevano trattato con M. F. per l’acquisto della panetteria: “Loro due hanno un carattere forte ed era capitato che entrassero in conflitto ma nulla di rilevante”. Il processo è stato rinviato al 17 giugno per ascoltare altri testimoni (immagine generica).