Cuneo – È giunta al termine la pedalata invernale di Giovanni Panzera, quarta edizione del suo progetto “Pedalando tra le aquile”, che quest’anno gli ha fatto percorrere 740 chilometri, attraversare 20 passi dolomitici, tra cui Pordoi, Sella, Falzarego, Gardena, Valparola, San Pellegrino, Rolle, Valles e Furcia, e affrontare 17.600 metri di dislivello. Il tutto pedalando a temperature che durante il giorno sono rimaste costantemente sotto lo zero con punte che hanno raggiunto i -15°.
Sostituendo i copertoni invernali con quelli chiodati, Panzera ha anche raggiunto angoli suggestivi come la borgata Fuciade che è considerato uno dei luoghi più caratteristici e magici dei “Monti Pallidi” dove si respira l’autentico ambiente dolomitico. A completare questa avventura due salite “hors categorie” il Passo Giau, considerato uno dei più impegnativi delle Dolomiti che dalla località di Caprile prevede 16 km. con una pendenza media del 9% e tratti al 14/16% e il Passo di Monte Giovo (16 km. con una pendenza media del 7,5% e tratti al 10%). Ultima salita e ultima fatica è stato il Passo Palade che da Merano presenta un dislivello di 1300 metri.
“Per me raggiungere questi epici colli nel periodo invernale, all’età di 56 anni è stato un doppio successo, risultato di un duro e costante allenamento durato ininterrottamente nei mesi invernali sulle ‘mie’ montagne del cuneese e curato nei mini particolari da mio fratello Teresio che in questi anni è diventato il mio preparatore – racconta Giovanni Panzera -. È stato un viaggio, un’avventura che ho portato a termine come sempre con grande costanza e determinazione e la felicità di aver completato un altro tassello di questo straordinario progetto che è “Pedalando tra le aquile. Un’esperienza invernale che mi ha permesso di immergermi in questo straordinario ambiente dove il gelo, che è stato un compagno di viaggio, trasforma ogni cosa e trasforma queste montagne in un ambiente magico. E’ stata anche l’occasione di innumerevoli incontri. Visto che non si incontrano altri ciclisti molto è stato lo stupore nel vedermi affrontare queste salite e ovviamente scattava la domanda: “da dove vieni?” ed è dalla risposta che gli incontri sono diventati l’occasione per far conoscere lo stupendo territorio del cuneese, un territorio che amo e di cui sono un orgoglioso ambasciatore del cicloturismo cuneese nel mondo”.