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Domenica 22 dicembre 2024

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Alla Marathon des Sables con i figli per i 70 anni

Il dottor Bessone, con i figli Emanuele e Guglielmo, percorrerà 251 km nel Sahara: "Da solo è una follia, insieme ai miei ragazzi è una grande gioia"

La Guida - Alla Marathon des Sables con i figli per i 70 anni

Cuneo – Partirà tra circa due settimane una delle competizioni sportive più famose e impegnative del mondo: la Marathon des Sables. La gara, che si terrà nel deserto in Marocco, prevede ben 251 chilometri di corsa distribuiti in 7 giorni, di cui uno di eventuale riposo.

A prenderne parte, tra le centinaia di atleti, saranno anche tre cuneesi: il dottor Erik Bessone (in occasione del suo 70esimo anno di età) con due dei suoi tre figli, Emanuele e Guglielmo. La scelta di compiere questa impresa risale a diverso tempo addietro: “Lo decisi 30 anni fa – dichiara l’ odontoiatra – quando feci la mia prima Marathon per festeggiare i miei 40 anni e la nascita del mio primo figlio Massimiliano. Mi promisi di correrla almeno ogni 10 anni fino ai 70. Ora dico: perché non farla anche agli 80?”. La sua passione per le competizioni nasce invece qualche anno prima: “Mi ci sono avvicinato casualmente. Lavorai sodo fino ai 35 anni, poi mi feci da trascinare da mio fratello ad iscrivermi alla maratona di New York. La corsi in un buon tempo, ma mi dissi che non l’avrei mai più fatto. Dopo tre mesi invece ero a quella di Londra e dopo 6 mesi a quella di Helsinki durante il viaggio di nozze. Lì conobbi Gelindo Bordin, che in quell’anno vinse la maratona agli Europei (era il 1986, ndr). Così ho sperimentato diverse sfide: alcune Fausto Coppi, una Milano-Sanremo, la Tre Rifugi, la Vasaloppet in Svezia, la Finlandia-Hiito, la 24 Ore di Pinzolo, la Marcialonga, una 100km del Passatore, qualche gara con i cani da slitta, il tragitto Cuneo-Livigno in bici e tante altre”. Per Erik lo sport “è come una droga, se non lo pratichi non ti senti bene. E’ un modo di testare te stesso in cose sempre nuove e ti permette di vivere emozioni che rimangono nella memoria. Sono contento di aver trasmesso questi stimoli ai miei figli, io alla loro età non li avevo. Una volta poi gli sportivi erano considerati dei fanatici”.

Dopo tre edizioni della Marathon des Sables già disputate, in cui Bessone raggiunse il traguardo nonostante qualche imprevisto, questa volta sarà decisamente diversa: “Correre insieme ai miei figli sarà una grande gioia. Ho iniziato a coinvolgerli con la maratona di New York nel 2019: per me l’ultima, per loro la prima. Quando ho proposto loro questa esperienza, sono stati molto entusiasti, poi purtroppo Massimiliano ha dovuto rinunciare per un infortunio”.

I tre stanno preparando l’impresa da mesi: “Ci stiamo allenando molto – sostiene il dottore – mollare adesso è impensabile per noi. Superare le difficoltà nello sport ti permette di superarle anche nella vita. Sono ben allenato e sereno: la natura mi ha concesso di essere ancora in forma, nonostante qualche acciacco alle gambe. Laggiù sarà un’esperienza incredibile: l’adrenalina, i paesaggi e le relazioni umane ti aiutano parecchio, in un certo senso facilitano la gara. Saremo focalizzati solo sulla corsa, senza cellulari e altre distrazioni. Dimostreremo a noi stessi che con la testa, il cuore e le gambe si possono fare cose impensabili”.

Emanuele non è da meno: “Svolgo degli allenamenti con uno zaino più pesante di quello che avrò nelle gare, per renderle più facile una volta nel deserto (il regolamento prevede infatti che gli atleti siano autonomi per il cibo e l’attrezzatura, mentre riceveranno dell’acqua e un posto in tenda ogni giorno, ndr). Stiamo organizzando le tabelle nutrizionali per l’alimentazione e l’attrezzatura necessaria. Inoltre cerco di prepararmi a livello mentale con la meditazione, seppure là sarà tutto diverso”. Anche il fratello Guglielmo non si è tirato indietro: “All’inizio l’ho presa un po’ sottogamba, poi ho realizzato che tipo di sfida sarà. Ad oggi non abbiamo un’idea precisa di che prova fisica e mentale ci aspetta, lo scopriremo una volta partiti. Ce la stiamo mettendo tutta, sia sul fronte fisico che psicologico. Stiamo facendo dei sacrifici al limite del nostro potenziale che ci permetteranno di essere più resilienti nel deserto”.

Il 25 marzo i tre cuneesi si recheranno prima a Parigi, dove con il comitato organizzatore raggiungeranno Ouarzazate in Marocco, poi nel deserto per i controlli medici iniziali e il giorno dopo partirà la gara: “da quel momento in poi dovremo cavarcela da soli – aggiunge Emanuele – Non sapremo il percorso fino al mattino di ogni giorno. L’unica certezza è che le prime 3 tappe sono di circa 30-40 km ognuna, poi ci sarà la tappa lunga di 80-90 km, un giorno di riposo e infine l’ultimo giorno con altri 30-40 km”. A 15 giorni dalla partenza, il secondo figlio non nasconde qualche insicurezza: “Prima di partire si ha sempre un po’ di dubbi e incertezze, ma avendo al nostro fianco nostro padre che ha già fatto questa maratona, sarà più facile e più bello”. E poi il rientro: “Sicuramente torneremo fisicamente deperiti – commenta invece Guglielmo – ma a livello personale sarà un’esperienza che ci cambierà e farà maturare”.

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