Un principe chiamato per scherno Mammola, animali che parlano la lingua degli umani, il “conte della miseria”, due re che litigano per la quercia più imponente, poi donzelle e popolane, rane che si trasformano in principesse: in questo libro di fiabe ci sono tutti i personaggi, piccoli e grandi, semplici e prepotenti, umili e ingordi, che da sempre popolano il mondo del fantastico e si mettono al servizio di insegnamenti da trasmettere col linguaggio dell’immaginazione e la semplicità delle illustrazioni.
La prima delle fiabe riassume quello che nelle successive troverà ripetute conferme. I valori positivi si affermano con chiarezza e immediatezza, mentre si condanna l’egoismo e l’avidità che si incarna nella persona dei potenti.
Bor è il grande orso temuto da tutti. Eppure è profondamente buono al punto di umiliarsi davanti al prepotente di turno per salvare la sua foresta e gli altri animali.
Al suo confronto l’alterigia del re, che ritiene di sua proprietà le vite di tutti, animali compresi, appare meschina e inutile. Pareggerà i conti il figlio, non a caso pure lui vittima di pregiudizi, quando salirà al trono assumendo consapevolmente e provocatoriamente il nome di re Mammola. La bontà sconfigge dunque il male e riequilibra i rapporti su nuovi canoni di rapporti.
Sono racconti che parlano di modi diversi di guardare il mondo. Quello del possesso e quello dell’accoglienza, quello dell’egoismo e quello della disponibilità: ogni racconto invita ad aguzzare gli occhi, a trovare la morale che raramente viene suggerita, ma si intravede facilmente tra le righe perché “a tutti piace sentirsi utile per qualcuno” e se si fa violenza a questa innata propensione prendendo un’altra strada “la bontà, la meraviglia, la gioia, quando lasciano una persona, vanno semplicemente a risplendere altrove.
Il ballo dell’orso e altre storie
di Fiorenza Adriano
Baima & Ronchetti
12 euro