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Domenica 22 dicembre 2024

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Corsi d’acqua in secca, autobotti per integrare le vasche, l’appello a un uso responsabile

Allarme siccità il richiamo di Acda: uso responsabile dell’acqua, volto ad evitare sprechi ed usi che non siano solamente quelli destinati al consumo umano, alimentare ed igienico-sanitario

La Guida - Corsi d’acqua in secca, autobotti per integrare le vasche, l’appello a un uso responsabile

Cuneo – Allarme siccità con una situazione tragica per alcuni corsi d’acqua cuneesi: Grana e Gesso sono in secca, il Pesio a Carrù quasi, idem per il Tanaro a Farigliano mentre lo Stura a Gaiola è al 50%, così riportano i  bollettini idrologici Arpa se confrontati con quelli di un anno fa. In alcune borgate di media montagna si sta provvedendo ad integrare le vasche mediante l’utilizzo di specifiche autobotti certificate.
Per questo Acda fa subito un richiamo ad un uso responsabile dell’acqua, volto ad evitare sprechi ed usi che non siano solamente quelli destinati al consumo umano, alimentare ed igienico-sanitario.
“L’assenza di piogge e la carenza di precipitazioni nevose iniziano a generare i primi disservizi che in prospettiva, pensando ai prossimi mesi estivi, non potranno che acuire le difficoltà di approvvigionamento idrico.
“L’attuale situazione di ridimensionamento delle portate utilizzabili unita all’incertezza degli apporti che derivano dalle precipitazioni – scrive Acda – genera la rottura dell’equilibrio tra la naturale disponibilità d’acqua ed il consumo che ne fanno le attività umane.Questa condizione di magra invernale riguarda in particolare le sorgenti che si attestano al minimo storico della loro curva di esaurimento; nel contesto di un periodo caratterizzato da elevata siccità e da crescente domanda d’acqua nel settore civile come in quello zootecnico si potrebbero dunque verificare squilibri di lungo termine nella domanda e nella disponibilità di acqua. In questi ultimi mesi, il trasporto con autobotti compresa l’attività supplettiva svolta dal personale, soprattutto nei fine settimana, hanno generato maggiori costi per circa 100.000 euro”.
E se la situazione continuasse così e le condizioni meteo non dovessero mutare si andrebbe incontro a condizioni ancora peggiori.
“Concause secondarie di questa difficoltà, sono le perdite delle tubazioni dovute alla vetustà di parti dell’infrastruttura ed un utilizzo scorretto della risorsa da parte dell’utenza per mancanza di alternative di approvvigionamento, quali i canali ed i rii che sono andati in secca – conclude Acda –  In relazione alla dimensione sociale ed economica del fenomeno, l’impegno di Acda è focalizzato ad elevare la qualità delle infrastrutture garantendone la resilienza attraverso la ricerca attiva delle perdite. La manutenzione straordinaria delle reti dev’essere l’obiettivo prioritario su tutto il territorio provinciale: dal recupero delle perdite possiamo trovare una nuova grande sorgente”.

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