Non poteva che essere una pubblicazione a più voci quella che ricorda Gaetano Pagliari per anni attivo responsabile del Centro sportivo italiano e presenza accanto alle giovani generazioni. Ogni voce segnala un aspetto del suo modo di agire. È questo lo scopo della pubblicazione: cercare il ritratto di un uomo che rifuggiva dalla retorica e da un facile presenzialismo preferendo invece l’operosità che consente l’incontro e di riflesso la testimonianza.
È il rapporto con i ragazzi che trova ovviamente più ampio spazio negli interventi. “Lavorando con i ragazzi, l’obiettivo di Gaetano era farli crescere bene”, sottolinea Vittoria Garro, amica e collaboratrice. E crescere bene significava per lui confrontarsi con impegni di “onestà, purezza, attenzione al prossimo”. Idee che gli vengono dall’esperienza nell’Azione Cattolica del dopoguerra, da una proposta di fede che passa attraverso il vissuto quotidiano, dalla concezione di una Chiesa che ben si sposa con la linea dettata dal Concilio. Dalla figura di Pagliari emergono aspetti che invitano a riflettere sull’impegno educativo. Il gioco e lo sport come luogo di crescita individuale e di gruppo, la partecipazione alla vita associativa come esperienza di impegno e di costruzione di un progetto condiviso frutto di collaborazione e di servizio, l’attenzione alle persone attraverso l’intreccio di rapporti, la necessaria formazione come fondamento per l’agire: vertici di un perimetro entro cui si giocava la sua idea di sport.
Figura per certi versi singolare. Non fu sportivo praticante, eppure aveva colto nella pratica sportiva il campo di realizzazione di quei valori imprescindibili che ai giovani cercava di trasmettere: disciplina, costanza, impegno, sacrificio, collaborazione. Valori che affermò costantemente e con decisione come dirigente del Centro sportivo italiano.
Aspetti a cui qualcuno aggiunge, sempre con affetto, il rigore che lo caratterizzava. “Era una persona che a prima vista appariva di una forte rigidità”, ricorda Ezio Falco. La coerenza nella vita, la consapevolezza di una necessaria integrità di coscienza fanno tutt’uno con la capacità organizzativa: “Un’entità quasi ubiqua: Gaetano era ovunque”. Il suo passato nella Marina Militare gli lascia questa “fermezza” che si traduce in precisione, operosità. “Incuteva una certa soggezione”, dice Mario Rosso, ma si aggiunge poi al coro di chi lo descrive come guida, fin dal dopoguerra, per entrare “con gioia nel mondo semplice, ma ricco e nuovo che ci era dato da vivere con serenità”.
C’è anche il Pagliari fotografo, quando per un attimo deponeva la veste di organizzatore. La sua macchina sempre presente diventa strumento con cui fissare i momenti delle varie attività. E non è un caso che le sue immagini non vadano alla ricerca di primi piani, ma sempre di gruppi, di un insieme di persone che cresce in un lavoro di squadra che sfiora l’agonismo, ma si tiene ancorato al cammino in compagnia.
Gaetano Pagliari
Autori Vari
Csi Centro Sportivo Italiano