Il capitano Jacobs che combatte lungo la Linea Gotica è un buon soldato, rispettoso delle gerarchie, onesto. Improvvisamente nel 1944, assieme al suo attendente, decide di passare, armi in pugno, dalla parte dei partigiani. Sceglie di combattere contro i propri camerati.
Il libro ricostruisce la storia di Rudolf Jacobs, un caporal maggiore del genio della marina da guerra tedesca, trentenne, che nel settembre del 1944, trovatosi con il suo reparto nel golfo di La Spezia per eseguire lavori di fortificazione sulla costa – i comandi tedeschi in quella fase temono uno sbarco alleato sulle coste liguri – decide di disertare insieme con il suo attendente. Jacobs non si limita a questa decisione già di per sé dura e pericolosa e sceglie di passare al “nemico”, cioè di unirsi ai partigiani italiani. Entra a fare parte della Brigata Garibaldi Muccini, una formazione che nell’autunno del 1944 arriva a sfiorare il migliaio di effettivi e che è attiva nella zona in cui si incontrano Toscana, Liguria ed Emilia, un’area densamente innervata dall’attività di Resistenza, che si estende tra le alpi Apuane, le propaggini del parmense, Sarzana, Lerici.
Una formidabile parabola di redenzione personale che mantiene la sua carica di riscatto collettivo. Non solo Schindler, ma anche Jacobs per aprire uno squarcio di speranza per dirci che i debiti sono sempre individuali, così come le scelte.
Il buon tedesco
di Carlo Greppi
Laterza
18 euro