Saluzzo – Vivevano in un container con i cinque figli da quando la loro casa era andata a fuoco. Un container in cui non c’era neanche l’acqua, ma che era stato scelto perché adatto alla loro attività di allevatori di pecore e mucche; un’attività che però non era sufficiente a mantenerli tutti e così la famiglia dipendeva soprattutto dai sussidi sociali. Una situazione familiare seguita dai servizi sociali già dal 2009, ma che è emersa nella sua problematicità quando nel gennaio 2019 uno dei figli venne ricoverato per una lesione al braccio. In seguito a indagini più approfondite sullo stato della famiglia, i cinque figli vennero allontanati e ospitati in una comunità, mentre i genitori A. D. e M. P. sono stati rinviati a giudizio per maltrattamenti e abbandono di minori. Quando il bambino era ricoverato in ospedale venne visitato dai medici che più della ferita si preoccuparono delle sue condizioni generali: il bambino, che all’epoca aveva dieci anni, aveva addosso abiti sporchi e trasandati, lui stesso era sporco, in testa aveva le incrostazioni di sangue rappreso per una vecchia ferita mal curata. “Camminava a testa bassa e aveva un atteggiamento molto remissivo – aveva riferito una dottoressa -, disse che si era fatto male giocando con un fratello che lo aveva ferito con una bastone”. In aula aveva testimoniato anche la psicologa chiamata per un consulto: “Dal suo comportamento traspariva la trascuratezza emozionale del suo ambiente e sembrava aver capovolto i ruoli rispetto ai genitori, perché si preoccupava molto di come se la sarebbero cavata in famiglia mentre lui era in ospedale; da come parlava abbiamo capito che era lui a cucinare per tutti”. A confermare la situazione di degrado in cui viveva la famiglia, è stata anche la nonna materna, la quale ha riferito di aver avuto molti problemi col genero perché lei era troppo critica verso il loro stile di vita. “Arrivò a minacciare di ridurre mia figlia sulla sedia a rotelle se mi facevo vedere a casa loro – ha detto la donna -: io aiutavo come potevo, comprando le cose di cui avevano bisogno, mi affidavo agli assistenti sociali che li seguivano”. Alle assistenti sociali i bambini non avevano mai riferito di essere stati picchiati, “ma c’era un grosso problema di incuria – ha detto una di loro – e le cose sono peggiorate man mano che i figli crescevano”. Anche durante gli incontri con i genitori si manifestavano le tensioni familiari: “I figli erano contenti di vedere i genitori – ha dichiarato un’educatrice – ma la tensione che si creava li intimoriva; se il padre iniziava a urlare allora gridava anche la madre e loro si irrigidivano, stavano seduti immobili con le braccia conserte” (immagine generica).