Cuneo – Al termine di una nottata di festa trascorsa tra alcol e droga, era entrato in coma e per giorni era stato in bilico tra la vita e la morte, soccorso solo alle 15 del giorno successivo dalla fidanzata che, non riuscendo a contattarlo telefonicamente, si recò all’appartamento nel centro di Cuneo dove il ragazzo era ospite da un amico. Per quella nottata brava in cui vennero consumati in un mix micidiale alcool, eroina, cocaina e marijuana, sono finiti a processo con l’accusa di lesioni come conseguenza di altro reato, omissione di soccorso e minacce i due amici A. T. ed E. P. che la sera del 24 agosto 2016 erano con il giovane K. F., responsabili, secondo il racconto della parte lesa, di averlo indotto ad assumere droghe che non aveva mai usato, di non aver chiamato i soccorsi quando ormai il giovane versava in uno stato di incoscienza, ma al contrario di aver minacciato il padrone di casa, che ospitava K. F., di non chiamare il 118.
Ascoltato in aula prima della discussione finale, l’uomo aveva riferito di non aver partecipato a quel droga party, di essere andato a letto presto, prendendo le medicine che lo aiutano a dormire, e di non essersi accorto di niente fino alla mattina seguente quando svegliandosi vide che K. F. era steso accanto a lui sul letto. L’uomo ha anche riferito di essersi allarmato quando, a mattinata inoltrata, vide il ragazzo disteso nella stessa posizione, cosa non normale per uno che sta semplicemente dormendo. Ha negato invece di aver ricevuto minacce dagli altri due perché non chiamasse il 118.
Insieme agli amici è stato processato anche F. G., colui che aveva venduto la cocaina usata quella notte, sia per la cessione di droga sia per le lesioni. Al termine dell’istruttoria l’accusa aveva chiesto proprio per F. G. la condanna più elevata, otto anni e sei mesi di reclusione e 48.000 euro di multa, mentre per gli altri due, caduta l’accusa di minacce, è stato chiesto un anno di reclusione per il reato di omissione di soccorso.
La difesa di A. T. aveva chiesto l’assoluzione in quanto era emerso nell’istruttoria che l’uomo si era offerto di praticare un massaggio cardiaco, quando nell’appartamento era arrivata la fidanzata, e che era stata lei a opporsi dicendo che era meglio aspettare il 118.
Per quanto riguarda E. P., la difesa ha ribattuto che l’uomo era andato via nelle prime ore della mattina, quando ancora nessuno immaginava lo stato in cui versava il ragazzo. Il difensore di F. G. aveva precisato che la droga era stata acquistata da A. T. e che quindi non potevano essere imputate a una persona che non era neanche presente alla festa, l’accusa di lesioni.
Il giudice ha accolto questa richiesta della difesa assolvendo F. G. dal reato di lesioni ma condannandolo per la cessione di droga alla pena di un anno e sei mesi di reclusione e a 230 euro di multa. Il giudice ha assolto gli altri due imputati dall’accusa di minacce ma li ha condannati a sei mesi di reclusione per l’omissione di soccorso e al risarcimento di 8.000 euro per la parte lesa.