Cuneo – Classi mandate in dad anche con un solo contagio per ogni classe, comprese le insegnanti. Per ritornare a scuola (elementi e primo anno delle medie cioè dai 5 agli 11 anni) serve il tampone il cosiddetto T-0. E se a un positivo se ne aggiunge un altro allora tutti in quarantena per dieci giorni. Ovviamente il tampone è a carico delle famiglie perché essendo completamente saltato il tracciamento delle Asl tutto quello che spetterebbe per norma della sanità per tutti non conta più. E così vale per il tampone a cinque giorni perché dopo il primo positivo in classe si applica la sorveglianza con un test antigenico rapido o molecolare da ripetere dopo 5 giorni, il cosiddetto T-5. Anche questo a carico delle famiglie.
Se si va in quarantena per dieci giorni si rientra a scuola tutti con il tampone dopo la dad, e ancora sul portafoglio delle famiglie.
Il peso economico, oltre quello organizzativo e pratico con bambini piccoli a casa e genitori che devono prendersi ferie e sperare nello smart working, è tutto sulle famiglie: le Asl a cui le scuole regolarmente segnalano positivi ed elenchi dei contatti delle classi, ad oggi comunicano per isolamenti e quarantena agli interessati, e non sempre, a 20 giorni dalla segnalazione della scuola, ovvero quando tutti sono già ritornati in classe. E in più per qualche settimana anche in farmacia i tamponi per i piccoli costavano 8 euro ora sono saliti a 15 euro per l’incomprensibile prezziario imposto dalla Regione che vede da il tampone a 8 euro solo dai 12 ai 17 anni!!!
Ad accorgersene che è tutto saltato arriva anche la politica. Monica Canalis, vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale che chiede per i tamponi che “si crei un percorso preferenziale per gli studenti per evitare il ripetersi di classi mandate in Dad con un solo caso positivo a causa della carenza dei tamponi” e anche di incentivare e velocizzare la vaccinazione della popolazione minorile, a cui oggi nel sistema piemontese a chiamata e convocazione diretta non viene assegnata una priorità particolare rispetto alle altre priorità. “Occorre – dice – che la precedenza vaccinale in base al criterio anagrafico venga riconosciuta non solo agli over 65 ma anche agli under 18.