Nato a Racconigi nel 1929, Carlo Sismonda rivela fin da bambino particolare talento tanto nel disegno quanto nella musica. Milita nella Resistenza accanto al sacerdote don Carlo Chiavazza, membro del Cln, che avrà un ruolo chiave per la formazione della dimensione spirituale dell’artista e dell’uomo. Nel dopoguerra lavora come scultore di mobili in una bottega artigiana. Mentre approfondisce lo studio della musica e delle tecniche e la storia della pittura, spesso, nelle sere di festa, suona nelle orchestrine gli strumenti a fiato e il pianoforte. A diciotto anni, nel 1947, la prima mostra. Il suo maestro delle elementari gli porta alcuni disegni da lui realizzati fra i sette e i dieci anni, che aveva conservato e inquadrato. Il fatto ribadisce la precocità artistica di Carlo Sismonda, che però prima di affermarsi dovrà sostenere l’arduo confronto critico con la grande crisi postbellica della pittura figurativa, per il prevalere dell’astrattismo, che culminerà negli anni 1950-1980 nel dominio dell’informale. Intanto approfondisce e perfeziona anche la sua cultura musicale, ottenendo nel 1955, presso il conservatorio di Milano, il diploma in composizione e l’iscrizione alla Siae. Parallelamente a quella pittorica, Carlo Sismonda svolgerà, lungo tutto l’arco della sua vita, un’intensa attività musicale, anche come compositore (ha scritto le partiture di sei sinfonie, di musiche per film e di centinaia di arie popolari e di musica da camera) e concertista, spesso per promuovere iniziative benefiche, anche donando decine di sue opere. Nel decennio 1947-1957, Sismonda partecipa alla vita artistica torinese. Attraverso la lezione di Luigi Spazzapan entra in contrasto con la tradizione della Secessione viennese e del Cavaliere Azzurro, mentre studia i maestri, tra Giotto e i manieristi, e l’opera di Carlo Carrà diventa il centro della sua riflessione sull’arte contemporanea. Negli anni 1957-1960, tra Parigi e la Costa Azzurra, rimedita sulle loro opere, i grandi postimpressionisti, da Cezanne a Matisse, ma soprattutto riflette sul senso dell’opera di Van Gogh. Intanto, dalla fine degli anni ’50 una profonda crisi spirituale lo ha allontanato dalle dottrine marxiste e dalla politica. Si apparta in solitudine a riflettere sugli Evangeli e sulla figura del Cristo. In questi anni rinnova l’amicizia, già stabilità nella guerra partigiana, con Adolfo Sarti, e stringe un solido legame con Gianni Delzanno. Nel 1969 incontra Marisa Antonacci, la donna che avrà un ruolo decisivo nella sfera sentimentale e nella vita dell’artista, come testimoniano alcune suggestive composizioni musicali a lei ispirate. La sua ricerca approda, dalla fine degli anni ’60, a una personale cifra stilistica, che poggia su tre pilastri: la grande tradizione figurativa italiana; la rivoluzione formale postimpressionista da Cézanne ai Fauves, con al centro Van Gogh; la dialettica tra natura e simbolo. Questi tre elementi definiscono la struttura di ogni quadro di Carlo Sismonda, artista la cui opera abbraccia i due universi della pittura e della musica, che si fecondano reciprocamente con esiti di grande poesia.
“Sismonda non è pittore che sogni paradisi terrestri… – scrive Angelo Dragone – gli basta la terra che, con lo svariare delle stagioni e dei giorni, nelle sue cadenze naturali, offre già ampio campo allo stupore dell’uomo che ne sappia vedere, con gli occhi di un poeta, le incomparabili e misteriose bellezze”.
Sismonda nel 1970 è insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici, cui seguiranno nel 1973 quello di Cavaliere Ufficiale e nel 2006 quello di Commendatore Grande ufficiale della Repubblica Italiana per meriti artistici, conferitogli dal presidente Giorgio Napolitano. Si spegne il 31 agosto 2011, all’età di 82 anni. Dagli anni ’80 il nome e l’opera di Carlo Sismonda conoscono un vasto successo internazionale, con mostre tra Germania e Canada, Stati Uniti, Olanda e Giappone. Oltre sessanta sue opere sono state acquistate e collocate in musei di tutto il mondo, da Amburgo a Los Angeles. Tra le altre, una sua “Sacra Conversazione” è esposta nei Musei Vaticani, sezione d’Arte Contemporanea, dal dicembre 2002.
Racconigi da domenica 19 dicembre ha inaugurato a Palazzo Pochettino in piazza Vittorio Emanuele II la nuova Pinacoteca Civica Levis-Sismonda. L’evento, promosso dalla Città di Racconigi, è ideato e organizzato dall’associazione culturale Carlo Sismonda, con il contributo di Fondazione CrT, il patrocinio della Regione Piemonte, in collaborazione con il Comune di Torre San Giorgio. Un nuovo luogo di cultura per l’arte racconigese. L’edificio, situato nel pieno centro storico racconigese, oggi restaurato, diventa sede di un nuovo polo culturale sperimentale e un futuro centro di aggregazione in cui la città potrà riscoprire le sue eccellenze artistiche, architettoniche, le sue peculiarità e la sua storia. Due mostre, una retrospettiva dedicata a Giuseppe Augusto Levis ed un’antologica che celebra i dieci anni dalla scomparsa di Carlo Sismonda. Ogni prima domenica del mese e su appuntamento visitracconigi@gmail.com – 392/0811406.