Borgo San Dalmazzo – Era da poco rientrata a casa con i nipoti appena usciti dalla scuola che si trovava pochi metri più avanti, quando sentì dei vetri di bottiglia infrangersi a terra. Si affacciò e vide vetri sparsi sul selciato: “Scesi a raccoglierli perché potevano essere pericolosi per i bambini che passavano di lì, c’è anche un parco giochi vicino a casa mia. Scese anche il signore che aveva lanciato le bottiglie scusandosi e dicendo che non ce l’aveva con me ma con altri vicini, una famiglia romena che abita nel palazzo”. L’uomo, A. Z., di origine marocchina, era palesemente ubriaco quel 9 settembre 2020; che ce l’avesse con gli altri vicini di casa lo ha confermato in aula la destinataria di frequenti insulti, lanci di oggetti e atti osceni, altro reato per il quale l’uomo è stato processato al tribunale di Cuneo. “L’ho visto tante volte che si calava i pantaloni e orinava dal balcone, una volta accadde anche davanti a mia figlia. Non so perché ce l’avesse con noi, ma ci insultava, urlava e lanciava oggetti contro il balcone”.
Quando arrivarono i Carabinieri la signora che aveva raccolto i vetri dal marciapiede, e anche la confessione dell’autore del gesto, confermò l’identità dell’uomo che venne quindi rinviato a giudizio. “Atti osceni in un luogo pubblico frequentato da bambini – ha concluso il pubblico ministero – e lancio di oggetti che potevano essere pericolosi per tutti sono provati in quest’aula e richiedono una condanna piena”.
A fronte di una richiesta di condanna a un anno di reclusione con l’espulsione dal territorio italiano per 10 anni, la difesa ha chiesto l’assoluzione per l’uomo che nessuno aveva effettivamente visto lanciare le bottiglie e in virtù del fatto che la testimone degli atti osceni si era contraddetta più volte riguardo ai momenti in cui questi sarebbero avvenuti. La giudice ha invece accolto la richiesta dell’accusa condannando A. Z. a quattro mesi per gli atti osceni e 20 giorni di arresto per il lancio di oggetti, revocandogli la sospensione condizionale.